Pakistan. Ad un anno dalle alluvioni, le donne pagano ancora il tributo più pesante
A distanza di un anno dalle gravi inondazioni che hanno colpito il Pakistan, le donne
continuano a lottare per cercare di riprendere la loro vita e recuperare i mezzi di
sostentamento. Secondo un rapporto dell’Asian Human Rights Commission, di cui è stata
inviata copia all’Agenzia Fides, le alluvioni del 2010 sono state le peggiori che
abbiano mai colpito il Pakistan, facendo registrare circa 2 mila morti, 20 milioni
di sfollati o danneggiati, oltre ad un quinto del paese rimasto sott’acqua. Questo
diluvio senza precedenti ha inflitto danni catastrofici ad un paese già sconvolto
dagli effetti della guerra guidata dagli Usa contro il terrorismo. Un anno dopo, nonostante
molti sfollati siano ritornati nelle proprie abitazioni, si sa molto poco circa le
reali condizioni di vita, spesso contrassegnate da miseria e violenza. In particolare
il lavoro delle donne è raddoppiato. Mentre i mariti ed i maschi di casa delle famiglie
povere, spesso lavoratori giornalieri, fanno fatica a trovare fonti di sostentamento,
le donne sono infatti impegnate nella ricostruzione delle loro abitazioni danneggiate.
In alcuni piccoli villaggi e frazioni, lavorano con mattoni e intonaco per rimettere
in piedi le loro case fatte di fango e per metà cementate. Non si fermano mai: quando
finiscono il loro lavoro raggiungono i mariti per aiutarli nei campi. La perdita dei
beni materiali ha aumentato lo stato di povertà e favorito ulteriormente i matrimoni
precoci che potrebbero essere limitati se venissero avviati programmi anti povertà
per le donne, penalizzate anche da una scarsa assistenza sanitaria. Anche se durante
le alluvioni le donne incinte hanno potuto usufruire di assistenza pre e post parto,
attraverso campi medici di emergenza, finita la fase di soccorso queste donne sono
state lasciate in condizioni molto più vulnerabili. I bambini, non potendo usufruire
di una dieta sanitaria adeguata, soffrono di problemi alimentari, in quanto tutte
le famiglie che hanno perso il bestiame non dispongono più di latte né di fonti di
sostentamento permanenti. Nel villaggio di Dera Shahwala, distretto di Muzaffargarh,
uno dei più gravemente colpiti nel Punjab meridionale, sono stati fatti lavori sulle
strade, ripristinati argini e corsi d’acqua, tuttavia rimangono i problemi legati
ai mezzi di sostentamento. Una delle fonti principali per le donne povere, senza terra,
di questa zona è la raccolta del cotone. Con la perdita del raccolto, non sono riuscite
a trovare un'alternativa. In alcuni casi, dove la terra è totalmente sovrastata dalla
sabbia ruvida non ci sarà più raccolto e questo causerà una riduzione delle risorse
dei contadini oltre a privare le donne del loro principale mezzo di sussistenza.