Nucleare: Corea del Nord pronta alla riapertura dei negoziati a sei
La Corea del Nord è pronta alla riapertura dei negoziati a sei sul nucleare: è quanto
emerge dal vertice straordinario in Siberia tra il presidente russo, Medvedev, e il
leader nordcoreano, Kim Jong-il, durante il quale sarebbe stato raggiunto un accordo
tra i due Paesi. Sul tavolo tanti temi caldi, dalla questione energetica alle relazioni
politiche. Cecilia Seppia:
La Corea
del Nord è disposta a tornare “senza precondizioni” al tavolo dei negoziati a sei,
a cui partecipano anche Stati Uniti, Cina e Giappone per risolvere il problema nucleare
nella penisola. La conferma arriva da Natalia Timokova, portavoce del presidende russo,
Medvedev, che oggi in Siberia ha incontrato il leader nordcoreano, Kim Jong-il. Il
governo sarebbe inoltre pronto ad una moratoria sugli esperimenti atomici e la produzione
di combustibile nucleare. Discussa anche la cooperazione energetica tra Mosca e Pyongyang,
compreso il progetto per la realizzazione del gasdotto Gazprom che dovrebbe portare
il gas dalla Russia alla Corea del Sud passando per i territori nordcoreani. Dal leader
del Cremlino, l’assicurazione di un accordo su questo fronte e l’annuncio di una Commissione
ad hoc per realizzare il condotto, che sarà lungo 1.100 km e avrà una capacità fino
a 10 miliardi di metri cubi di combustibile all’anno. Al centro dell’incontro ancora
il debito di 11 miliardi di dollari - che Pyongyang aveva nei confronti dell’allora
Unione Sovietica - e il rafforzamento del dialogo politico, della cooperazione,
dei contatti umanitari e interregionali, fondamentali per uno Stato segnato dalla
povertà estrema, dalla fame e dalla malnutrizione che colpisce soprattutto i bambini
e da numerose forme di violenza.
Svolta sul caso Politkovskaia: arrestato
il colonnello dei servizi di sicurezza In Russia, si torna a far luce sull’omicidio
di Anna Politkovskaia, la giornalista di Novaia Gazeta assassinata il 7 ottobre 2006,
che all’epoca stava conducendo clamorose inchieste sula crisi tra Mosca e Cecenia.
Dopo l’arresto a maggio scorso di Rustam Makhmudov, esecutore materiale del’omicidio,
oggi è stato emesso un mandato di cattura nei confronti di Dmitry Pavlyuchenkov, colonnello
dei Servizi di sicurezza, accusato di aver organizzato, dietro pagamento di una somma
di denaro, il delitto. Per una riflessione sulla vicenda, Giancarlo La Vella ha
intervistato Domenico Affinito, vicepresidente di Reporter Senza Frontiere:
R. – Apprendiamo
con cauto ottimismo questa notizia, perché dobbiamo capire meglio le circostanze dell’arresto.
In seconda battuta, ritengo che sia certamente un passo avanti, insieme ad altri che
sono appena stati compiuti. Questi sono segnali positivi, che ci danno la dimensione
del fatto che forse, in Russia, qualcosa sta cambiando. Probabilmente, il premier
Putin ed il presidente Medvedev hanno deciso di avvicinarsi un po’ di più alla libertà
di espressione e di stampa, garantendola.
D. – E’ pensabile, oggi, un’informazione
totalmente indipendente, soprattutto in quelle nazioni che sono i Paesi-guida del
mondo?
R. – Negli ultimi anni, si è allungata la distanza tra i vari
Paesi del mondo, tra quelli che maggiormente garantiscono la libertà di stampa e di
espressione e quelli che invece la garantiscono meno. Abbiamo registrato alcuni timidi
segnali positivi. Rimangono, però, ancora grandi potenze mondiali – sia a livello
politico sia a livello economico, come la Cina – nelle quali questa libertà è ancora
oggi negata.
D. – La mancanza di libertà d’espressione spesso va di
pari passo con la mancanza di altri diritti fondamentali della persona, che prima
o poi vengono calpestati. Questo è un campanello d’allarme da tenere sotto controllo
per il livello democratico di un Paese...
R. – Assolutamente sì. Anzi,
noi definiamo la libertà di stampa e di espressione come un diritto trasversale agli
altri: non più importante, ma quello che garantisce che anche gli altri possano essere
rispettati. Una stampa libera può denunciare la violazione degli altri diritti. Una
stampa che invece non è libera, non può farlo. (vv)
Siria Ancora
morti in Siria in un’operazione delle forze di sicurezza contro gruppi antigovernativi
a Dayr al-Azor, nel nordest del Paese. Gli attivisti per i diritti umani riferiscono
di quattro civili uccisi, di cui uno sotto tortura. Proseguono retate e rastrellamenti
anche in altre città, mentre sul fronte politico sono entrate in vigore oggi le sanzioni
Ue contro il governo del presidente Bashar al Assad. Tra le misure: blocco dei visti
e congelamento dei beni per 15 persone e 5 entità ritenute responsabili della repressione.
Washington:
nuove scosse di assestamento, danneggiato l’obelisco Si susseguono le scosse
di assestamento dopo il terremoto di magnitudo 5,9, che ieri sera ha gettato nel panico
Washington e l’intera costa orientale degli Stati Uniti. L’epicentro del sisma è stato
individuato in Virginia ma è stato avvertito anche a New York, Atlanta, Boston, Detroit,
fino a Toronto, in Canada. Non vi sono comunque stati feriti né ulteriori danni materiali.
Il segno più visibile del terremoto, le lesioni alla sommità del Washington Monument,
l’obelisco del National Mall nella capitale statunitense. Ieri, per precauzione sono
stati evacuati diversi edifici, tra cui il Congresso, il Pentagono e la Casa Bianca.
Chiusi gli aeroporti "Jfk" e "Newark" per effettuare verifiche sulle torri di controllo.
Miami:
si rafforza ancora l’uragano Irene Sta procedendo minaccioso verso le Bahamas,
con raffiche di 155 chilometri l’ora, l’uragano Irene che nei Caraibi ha già devastato
Portorico e le Isole Vergini. Classificato come categoria 2, sui 5 gradi della scala
Saffir-Simpson, Irene - secondo le previsioni del Centro Nazionale Usa per gli Uragani
di Miami - potrebbe rafforzarsi ancora nel fine settimana. Sull’intera area resta
alta l’allerta. Al momento, sono stati evacuati i turisti che affollavano Ocracoke,
una piccola isola della North Carolina, sempre sulla costa est degli Stati Uniti.
Australia Sono
11 le persone, tra cui otto bambini, rimaste uccise nell’incendio che ha distrutto
una casa di Brisbane, in Australia, dove vivevano due famiglie di immigrati dalle
isole del Pacifico. Solo tre adulti sono riusciti a fuggire alle fiamme. Il sindaco
della città ha parlato dell’incidente più grave mai accaduto nella cittadina, che
ha proclamato una giornata di lutto. La polizia locale sta indagando sulle cause del
rogo che restano sconosciute.
Pakistan: al via l’operazione contro le violenze
a Karachi, 18 arresti E’ scattata nella notte a Karachi, in Pakistan, un’operazione
delle forze di sicurezza per contrastare l’ondata di violenze che solo nell’ultima
settimana ha provocato oltre cento morti. Lo ha riferito il sito web dell’emittente
Dawn, precisando che i ranger hanno già arrestato 18 persone sospettate. Ieri, la
città è rimasta paralizzata da uno sciopero generale contro le violenze indetto da
alcuni gruppi politici.
Gaza: raid Israele, ucciso esponente jihad islamica Ancora
lanci di razzi dalla Striscia di Gaza nonostante la tregua siglata due giorni fa tra
Israele e Hamas con la mediazione dell’Onu. Un uomo della jihad islamica è stato ucciso
in queste ore nel territorio della Striscia da un missile aria-terra israeliano. Lo
ha confermato un portavoce militare a Tel Aviv, riferendo anche di un precedente raid
aereo, compiuto nella notte contro postazioni di miliziani e di numerosi colpi di
mortaio.
Strauss-Kahn: la Corte di New York archivia il caso La Corte
distrettuale di New York ha archiviato le accuse di stupro a carico di Dominique Strauss-Kahn,
ex-direttore dell’Fmi, accogliendo l’istanza presentata dal procuratore. “Questi mesi
sono stati un incubo”, ha commentato Strauss- Kahn, che ora è libero. Il giudice Michael
Obus ha definito la cameriera che ha mosso le accuse un “testimone poco credibile”.
Italia,
lunedì sera termine emendamenti alla manovra economica Riprende l’esame della
manovra da parte della commissione Bilancio del Senato italiano, alle prese con la
discussione generale. Domani, saranno ascoltate le parti sociali e gli enti locali,
mentre scade lunedì prossimo 29, alle ore 20, il termine per presentare gli emendamenti.
Martedì 30 vi saranno le audizioni degli enti istituzionali. Intanto, sono arrivati
i pareri favorevoli delle commissioni Ambiente, Lavori pubblici, Lavoro, Industria
e Politiche Ue, sia pure con alcune osservazioni. La Commissione industria dice no
alla “Robin tax” nel settore fonti rinnovabili. Oggi, a Roma, sit-in della
Cgil davanti Palazzo Madama contro il provvedimento, annunciato per il 6 settembre
lo sciopero generale di otto ore. (Panoramica internazionale a cura di Cecilia
Seppia)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno
LV no. 236