Libia. taglia su Gheddafi, ma i lealisti resistono
I ribelli avanzano verso Sirte, mentre la Nato continua a bombardare Tripoli: l’Alleanza
Atlantica conferma che forze speciali di Gran Bretagna, Francia, Giordania e Qatar
sono sul terreno per aiutare i ribelli, mentre il Pentagono rassicura: l’arsenale
libico di armi chimiche di distruzione di massa e' al sicuro. Intanto, sono stati
liberati i giornalisti stranieri che da cinque giorni erano ostaggio dei lealisti
nell'hotel Rixos di Tripoli.
Sul fronte diplomatico, oggi l’incontro a Parigi
tra il numero due del Consiglio nazionale transitorio, Jibril e il presidente Sarkozy,
che ha annunciato l’avvio della prima conferenza internazionale sulla Libia, il primo
settembre. Alle 21, intanto, riunione del Consiglio di Sicurezza Onu per scongelare
i beni di Gheddafi e girarli agli insorti del Cnt. Resta il mistero, però sulla sorte
del Colonnello, sul quale il Consiglio di transizione avrebbe messo anche una taglia.
Linda Giannattasio:
E
mentre a Tripoli si combatte per contrastare le ultime sacche di resistenza dei lealisti,
non si ferma la ricerca di Gheddafi da parte delle milizie rivoluzionarie. Ieri, la
conquista del bunker del colonnello ha rappresentato un nuovo successo simbolico per
i miliziani, ma non sembrano ancora esserci le condizioni di sicurezza necessarie
al trasferimento dei vertici del Consiglio nazionale di transizione nella capitale.
Sentiamo il resoconto di Cristiano Tinazzi, giornalista presente a Tripoli nelle aree
sotto il controllo degli insorti. L’intervista è di Stefano Leszczynski:
R. - Gheddafi
probabilmente è già andato via da diversi giorni, ma alcune voci dicono che sia vicino
all’Aeroporto internazionale, trincerato in un compound con tutti i soldati che erano
dentro a Bab Al-Aziziya. In effetti, quando siamo riusciti ad entrare dentro al compound,
c’è stato un fortissimo fuoco di sbarramento, ma alla fine i morti erano pochissimi,
io ne ho visti 5 o 6 per terra. Hanno catturato diverse persone, però da quello che
si è capito anche entrando negli appartamenti dei militari, c’erano resti di cibo
anche di giorni e, quindi, probabilmente, il grosso delle truppe se ne era già andato.
D.
- C’è una sorta di caccia ai lealisti o no?
R. - Questo sì, è successo in tutti
i quartieri che sono stati presi in mano dai ribelli e sono stati chiaramente sequestrati,
presi in ostaggio, arrestati... Sappiamo che ci sono dei luoghi di detenzione, ma
non è possibile visitarli, non è possibile entrare, non è possibile parlare con i
prigionieri. Quindi, sicuramente, almeno nei quartieri che sono sotto il controllo
dei ribelli i rastrellamenti ci sono stati.
D. - Il Cnt ha detto che presto
avrebbe portato i propri uffici a Tripoli...
R. - Io credo che la situazione
non sia assolutamente sicura e che ci vorranno giorni. Il problema è ad Abu Salim:
non si può entrare con la forza come è stato fatto a Bab Al-Aziziya perché se si entrasse
lì, essendo una zona densamente popolata, morirebbero tantissimi civili e ci sarebbe
una sorta di combattimento casa per casa.
D. - In questo caso anche la Nato
ha le mani legate?
R. - Ha le mani legate perché non può bombardare come ha
fatto ieri, quando hanno richiesto l’aiuto della Nato nella mattinata, perché non
sono militari ma normalissimi civili che però sono rimasti lealisti al governo Gheddafi.
Non è possibile sparargli addosso.
D. - Qual è la situazione dei reporter che
venivano dati prigionieri presso l’Hotel Rixos dalle forze lealiste?
R. - Andare
all’Hotel Rixos è attualmente quasi impossibile, ci stavamo provando questa mattina,
ma ce lo hanno sconsigliato vivamente perché la zona è ancora piena di cecchini, piena
di lealisti… Non sappiamo bene. Io sto cercando di contattare dei colleghi che conosco
e che sono lì dentro per capire se è possibile incontrarli e vederli da qualche parte.
Da quello che sappiamo i governativi non sono più all’interno dell’Hotel, ma sono
vicini, intorno all’Hotel, quindi la zona è offlimits per quanto riguarda i ribelli.
(ma)