2011-08-24 15:22:45

Libia: battaglia a Tripoli, Gheddafi introvabile. 30 giornalisti stranieri in ostaggio


In Libia domina l’incertezza all’indomani della conquista del bunker di Gheddafi a Tripoli da parte dei ribelli. Nella capitale si continua a combattere e scarseggiano cibo e carburante. Intanto, le forze fedeli al Rais hanno lanciato missili su Sirte e Misurata, mentre il presidente Russo Medvedev ha invocato negoziati per porre fine al conflitto. Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Nel Paese ci sono due poteri: malgrado i successi dei ribelli, Gheddafi ha ancora influenza e per questo è necessario avviare al più presto colloqui tra le parti. Questa la posizione della Russia, espressa stamattina dal capo del Cremlino, in sintonia con la Cina che ha chiesto una transizione all’insegna della stabilità. Mosca e Pechino non hanno ancora riconosciuto la legittimità del Consiglio di Bengasi, ma si dicono pronte ad avviare contatti con gli insorti. Insorti che stanno già preparando il dopo Gheddafi, nonostante le critiche della stampa siriana: il leader della ribellione Jibril oggi a Parigi incontra il presidente francese Sarkozy, domani sarà in Italia e poi ad Istanbul in Turchia. Escluso l’invio di truppe in Libia da parte della Gran Bretagna, che, assieme alla Francia, pensa ad una risoluzione Onu tesa a sbloccare i beni esteri sequestrati al regime a vantaggio dei ribelli. A Tripoli, intanto, starebbe arrivando la prima delegazione del Consiglio di transizione proveniente da Bengasi in vista di un trasferimento definitivo delle strutture di comando nella capitale. Dopo i raid aerei di questa notte, i jet della Nato continuano a sorvolare la città dove sono ripresi gli scontri nei pressi della residenza bunker di Gheddafi, conquistata ieri dagli insorti. Poco distante, all’Hotel Rixos i lealisti, che stamattina hanno peraltro bombardato Sirte e Misurata, tengono in ostaggio più di 30 giornalisti stranieri. I ribelli parlano di numerosi cecchini appostati nell’area e riferiscono di oltre 400 morti negli ultimi 3 giorni. “Vittoria o morte” ha detto invece il colonnello nel suo ultimo intervento via radio. Secondo fonti dell’agenzia Fides la situazione umanitaria a Tripoli si fa sempre più difficile: in queste ore a Doha, in Qatar, è in corso una riunione internazionale sugli aiuti, mentre l’Ue è pronta a mettere in moto la macchina dei soccorsi a cominciare dall’assistenza medica ai feriti.

E mentre a Tripoli si combatte per contrastare le ultime sacche di resistenza dei lealisti, non si ferma la ricerca di Gheddafi da parte delle milizie rivoluzionarie. Ieri, la conquista del bunker del colonnello ha rappresentato un nuovo successo simbolico per i miliziani, ma non sembrano ancora esserci le condizioni di sicurezza necessarie al trasferimento dei vertici del Consiglio nazionale di transizione nella capitale. Sentiamo il resoconto di Cristiano Tinazzi, giornalista presente a Tripoli nelle aree sotto il controllo degli insorti. L’intervista è di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. - Gheddafi probabilmente è già andato via da diversi giorni, ma alcune voci dicono che sia vicino all’Aeroporto internazionale, trincerato in un compound con tutti i soldati che erano dentro a Bab Al-Aziziya. In effetti, quando siamo riusciti ad entrare dentro al compound, c’è stato un fortissimo fuoco di sbarramento, ma alla fine i morti erano pochissimi, io ne ho visti 5 o 6 per terra. Hanno catturato diverse persone, però da quello che si è capito anche entrando negli appartamenti dei militari, c’erano resti di cibo anche di giorni e, quindi, probabilmente, il grosso delle truppe se ne era già andato.

D. - C’è una sorta di caccia ai lealisti o no?

R. - Questo sì, è successo in tutti i quartieri che sono stati presi in mano dai ribelli e sono stati chiaramente sequestrati, presi in ostaggio, arrestati... Sappiamo che ci sono dei luoghi di detenzione, ma non è possibile visitarli, non è possibile entrare, non è possibile parlare con i prigionieri. Quindi, sicuramente, almeno nei quartieri che sono sotto il controllo dei ribelli i rastrellamenti ci sono stati.

D. - Il Cnt ha detto che presto avrebbe portato i propri uffici a Tripoli...

R. - Io credo che la situazione non sia assolutamente sicura e che ci vorranno giorni. Il problema è ad Abu Salim: non si può entrare con la forza come è stato fatto a Bab Al-Aziziya perché se si entrasse lì, essendo una zona densamente popolata, morirebbero tantissimi civili e ci sarebbe una sorta di combattimento casa per casa.

D. - In questo caso anche la Nato ha le mani legate?

R. - Ha le mani legate perché non può bombardare come ha fatto ieri, quando hanno richiesto l’aiuto della Nato nella mattinata, perché non sono militari ma normalissimi civili che però sono rimasti lealisti al governo Gheddafi. Non è possibile sparargli addosso.

D. - Qual è la situazione dei reporter che venivano dati prigionieri presso l’Hotel Rixos dalle forze lealiste?

R. - Andare all’Hotel Rixos è attualmente quasi impossibile, ci stavamo provando questa mattina, ma ce lo hanno sconsigliato vivamente perché la zona è ancora piena di cecchini, piena di lealisti… Non sappiamo bene. Io sto cercando di contattare dei colleghi che conosco e che sono lì dentro per capire se è possibile incontrarli e vederli da qualche parte. Da quello che sappiamo i governativi non sono più all’interno dell’Hotel, ma sono vicini, intorno all’Hotel, quindi la zona è offlimits per quanto riguarda i ribelli. (ma)







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