Burundi : vescovi preoccupati per l’insicurezza nel Paese
Apprezzamento per le buone relazioni tra Stato e Chiesa è stato espresso, in un messaggio,
dalla Conferenza episcopale del Burundi (Cecab) che si è tuttavia detta preoccupata
per l’insicurezza che si vive in diverse aree del Paese. Lo riferisce L’Osservatore
Romano. Nei giorni scorsi il presidente della Conferenza episcopale, monsignor Gervais
Banshimiyubusa, vescovo di Ngozi, ha incontrato, insieme ai vescovi, il capo dello
Stato, Pierre Nkurunziza, al quale ha presentato il messaggio preparato per l’occasione
dalla Cecab. Ogni presule ha avuto l’opportunità di intervenire per integrare o rinforzare
il contenuto del documento. I vescovi del Burundi hanno dunque ringraziato il presidente
della Repubblica per le buone relazioni di collaborazione tra Chiesa e Stato, per
le politiche intraprese al fine di rendere stabile la democrazia, rafforzare il processo
di pace e aiutare la popolazione a uscire dalla povertà. Ma i presuli hanno anche
fatto presente al capo dello Stato le loro preoccupazioni sulla vita socio-politica
del Paese. In particolare, le condizioni di insicurezza che affliggono alcune aree
del Burundi, nonostante il Governo continui ad assicurare che tutto è tranquillo e
questo atteggiamento, hanno sottolineato i vescovi, può minare il processo democratico.
Un’altra questione sollevata dai vescovi riguarda la povertà che colpisce pesantemente
la popolazione. I membri della Cecab hanno anche parlato della commissione «Verità
e riconciliazione», i cui risultati rischiano di essere compromessi dall’insicurezza
e dalla diffidenza che prevale tra i politici. I vescovi hanno auspicato un vero dialogo
inclusivo tra i vari protagonisti della vita nazionale per evitare nuove violenze
e si sono detti pronti a continuare a fornire il loro contributo alla pace e allo
sviluppo umano e sociale, attraverso la preghiera per la pace, la proclamazione della
Parola di Dio, i sinodi diocesani che impegnano i cristiani nella costruzione di una
cultura di pace e di riconciliazione, le opere sociali, educative e di sviluppo, nonché
l’invito costante a tutti i burundesi a lasciare la via della violenza e a imparare
a risolvere le loro divergenze attraverso il dialogo. Nella risposta al messaggio
il presidente della Repubblica ha ringraziato la Chiesa cattolica per il suo contributo.