'Ndrangheta. Si suicida una testimone di giustizia a Rosarno
Sono in corso le indagini della Procura di Palmi, in Calabria, per far luce sulla
morte di Maria Concetta Cacciola, 31 anni, suicidatasi sabato bevendo acido muriatico
dopo aver testimoniato, lo scorso maggio, contro una delle famiglie più potenti dell’ndrangheta
calabrese. La donna dal 10 agosto aveva scelto di interrompere il programma di protezione
e tornare a Rosarno, in Calabria, dai suoi figli. Quindi, il suicidio.
Ad
aprile, un caso analogo, quello di una donna toltasi la vita ingerendo acido solforico
dopo aver collaborato con la giustizia. Intanto, é in crescita il numero di collaboratori
che rinunciano alla protezione perché si sentono abbandonati dallo Stato, come spiega
Don Marcello Cozzi, tra i responsabili di Libera, che al microfono di Linda
Giannattasio commenta il tragico caso di Rosarno: