2011-08-22 17:43:14

Libia. Tripoli in mano ai ribelli. Giallo sulla sorte di Gheddafi


Tripoli è ormai caduta. I ribelli hanno raggiunto la quasi totalità della capitale e preso possesso della centralissima Piazza Verde, luogo simbolo del regime. Catturati , Saif al Islam e Mohammed Gheddafi, due figli del raiss. Ma sulla sorte del Colonnello è ancora giallo: secondo fonti diplomatiche sarebbe nascosto nella sua residenza-bunker di Bab al-Aziziyah, intorno alla quale si continua a combattere. Stando alla tv satellitare Al jazeera invece il presidente libico e altri gerarchi del regime sarebbero fuggiti in Tunisia. Paolo Ondarza: RealAudioMP3

Determinante per l'avanzata su Tripoli dei soldati del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) è stato il supporto dell’aviazione della Nato che ha proseguito i bombardamenti. A livello internazionale intanto si moltiplicano gli appelli a Gheddafi affinché si arrenda. L’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, sta valutando in queste ore la convocazione di una riunione straordinaria sulla Libia. Non mancano poi le preoccupazioni dei leader dei Paesi della Nato circa la tutela e il rispetto dei civili coinvolti nel conflitto. Gli stessi vertici del Cnt hanno in tal senso diramato un comunicato in cui invitano i militari alla moderazione e a non cedere a sentimenti di vendetta. Intanto, proseguono le ricerche del colonnello che sembra sparito nel nulla. A Paolo Quercia, analista di politica internazionale e strategie militari, Stefano Leszczynski ha chiesto quali siano stati gli elementi che hanno determinato questa improvvisa svolta nel conflitto libico:RealAudioMP3

R. - La campagna già è lunga, perché sono sei mesi che si combatte e molte delle risorse militari, ma anche economiche con cui Gheddafi teneva insieme tribù e tutta una serie di sostegni del suo regime, hanno iniziato a scarseggiare. Quindi c’è stato un logorio dovuto alla lunghezza di questa campana. Certo che la presa di Tripoli dimostra un aumento delle capacità militari e soprattutto della logistica, anche con sbarchi via mare, sorprendenti per quello che i ribelli erano riusciti a fare negli scorsi mesi.

D. - Preoccupa molto la presenza di mercenari al seguito dei ribelli: questo può essere un elemento critico per il dopo-Gheddafi?

R. - Sì, estremamente critico perché - ricordiamo - questa guerra ha avuto una sua legittimità proprio in virtù della necessità di proteggere i civili dalle ritorsioni indiscriminate che l’esercito di Gheddafi poneva in atto e speriamo che adesso la situazione rispetti le leggi sui prigionieri di guerra e non vi siano vendette indiscriminate. Quello che si può temere è che le tribù, che sono uno degli elementi costitutivi della società libica, approfitteranno dell’anarchia e della caduta del governo per modificare i rapporti di forza tra tribù.

D. - E’ possibile che questa accelerazione nel tentare di concludere al più presto il conflitto libico sia legata ad un aggravarsi della situazione in Siria e quindi alla necessità di volgere l’attenzione altrove?

R. - Sicuramente questo potrebbe essere un elemento che ha determinato anche l’accelerazione. La Nato recentemente aveva posto il 1.mo settembre come data per la fine delle proprie operazioni. Io credo che l’aggravarsi della situazione siriana ha sicuramente contributo, ma io direi anche una certa stanchezza nelle opinioni pubbliche che hanno sostenuto il conflitto, così come scadenze elettorali che si avvicinano, anche quella francese; e ancora l’aspetto economico perché la crisi e la recessione economica e la crisi finanziaria in Europa dell’Euro hanno sicuramente indotto ad una accelerazione. La guerra è molto costosa per le opinioni pubbliche che non vedono il beneficio di questi interventi. Anche l’Italia ha avuto dei dibattiti su questo tema. Io credo che, tutto sommato, l’accelerazione del conflitto sia stata positiva anche per questi aspetti. (mg)







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