Padre Lombardi: bilancio positivo non solo per i numeri imponenti ma per lo spirito
e la chiarezza del messaggio
Per un primo bilancio della Giornata mondiale della gioventù ascoltiamo il direttore
della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Davide
Dionisi:
R. – Certamente
è un bilancio assolutamente positivo, non solo per i numeri – che sono stati imponenti
– ma direi anche per lo spirito e per la chiarezza del messaggio. Credo che tutti
i giovani che sono venuti hanno capito il significato di questo cercare il fondamento
della propria vita di fede e della propria testimonianza cristiana in Gesù Cristo.
E’ stato ripetuto con molta chiarezza dal Santo Padre, applicato anche alle diverse
vocazioni, ed è stato anche vissuto dai giovani stessi con la loro partecipazione.
Direi che il momento simbolo di questi giorni, per me, rimane l’Adorazione eucaristica
in silenzio dopo il temporale, dopo la tempesta durante la Veglia a Cuatro Vientos,
in cui nel giro di pochissimi minuti dopo che c’era stata la resistenza di fronte
alla pioggia, si è creato un raccoglimento totale in un’assemblea immensa, di silenzio
profondissimo davanti al Santissimo Sacramento. E questo dice che si capiva che cosa
succedeva, cioè che si trovava in Gesù Cristo e nella sua presenza il punto di riferimento
dell’attenzione, della preghiera e della propria vita.
D. – Il Papa
ha invitato i giovani a comunicare la fede a partire dall’inserimento nelle parrocchie,
nelle comunità e nei movimenti…
R. – Certamente le Giornate mondiali
della gioventù sono una tappa di un lungo cammino; vengono da una preparazione e vanno
verso il ritorno nei propri ambienti per realizzare nel concreto la vita e la testimonianza
cristiana. Quindi, è proprio il senso della Giornata mondiale della gioventù, quello
di mandare in missione i giovani che vi hanno partecipato. E sono missioni molto differenti,
che ognuno dovrà trovare in dialogo con Cristo, nella sua vita, e naturalmente anche
con l’aiuto della Chiesa, del discernimento compiuto anche insieme a chi condivide
l’esperienza cristiana. Però, è qualcosa che è estremamente aperto: è un grande orizzonte
che è aperto davanti ai giovani, è il mondo di oggi e di domani da costruire, ed è
la Chiesa di oggi e di domani che deve trovare le sue forme di testimonianza cristiana
per il nostro tempo, per la nostra cultura, per i nostri linguaggi. E questo è un
bel compito e certamente richiede fantasia e impegno.
D. – Un pensiero
particolare a chi è rimasto a casa …
R. – Chi è rimasto a casa, nel
mondo d’oggi – per fortuna – può anche molto partecipare a tali eventi, e questi sono
poi anche i vantaggi delle comunicazioni sociali di oggi. Quindi, tra la televisione,
l’internet, la radio, twitter, facebook e così via c’è una quantità di messaggi che
hanno circolato, non solo in questi giorni ma anche prima, e che possono continuare
a circolare per alimentare le amicizie che sono state fatte, i rapporti che sono stati
stretti … Il Papa, durante il viaggio di andata in aereo, aveva insistito molto su
questo, cioè sui rapporti che si possono creare fra i giovani, anche dei diversi Paesi,
in queste circostanze. Ecco: questo vale la pena portarlo avanti. E oggi è molto più
possibile che in passato. Cerchiamo di approfittarne.
D. – Quello che
ha colpito in questi giorni i media è stato il grande entusiasmo dei giovani che non
si sono fermati di fronte a nulla …
R. – E’ una sorpresa per chi non
conosce i giovani e non conosce i giovani che sono impegnati nella Chiesa, perché
chi invece li conosce non si stupisce di questo e, anzi, li convoca e li invita a
venire, in queste circostanze, proprio perché sa che può contare su di loro. Questo
è quello che aveva bene intuito Giovanni Paolo II e che Benedetto XVI continua ad
affermare, sapendo che può contare sui giovani che, se trovano il punto d’appoggio
serio, solido appunto, in Cristo, in una buona formazione di vita cristiana, possono
coltivare grandi ideali che naturalmente sono quelli che vanno ben al di là del sopportare
un po’ di caldo o un temporale. Insomma: le difficoltà della vita sono ben altre.
Questi sono solo piccoli segni che si è disposti e pronti a superare i problemi che
si incontrano nella vita di ogni giorno.
D. – Cosa porteranno a casa,
secondo lei, i giovani della Gmg di Madrid?
R. – Io spero che portino
a casa proprio quello che era lo scopo di questa Giornata: la convinzione che la fede,
fondata su Gesù Cristo, è capace di dare il senso della vita. (gf)