Il Papa alla Via Crucis della Gmg: la Passione di Cristo ci spinge a non passare oltre
davanti alla sofferenza umana
La Croce non è l’esito di un insuccesso, ma il modo di manifestare l’amore di Dio
per gli uomini: è quanto affermato da Benedetto XVI, ieri sera, in Plaza de Cibeles
a Madrid al termine della “Via Crucis” con oltre 600 mila giovani. Un momento intenso
nel quale sono state ricordate le tante situazioni di sofferenza che affliggono l’uomo
di oggi, dalla guerra alla tossicodipendenza, dalle catastrofi naturali alle discriminazioni
religiose e razziali. Un pensiero speciale, poi, è stato rivolto ai cristiani perseguitati.
A rendere particolarmente suggestivo il cammino della Croce sono stati i gruppi scultorei,
dono delle regioni di Spagna, a rappresentazione delle 14 stazioni. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
(musica)
Dio
non è distante dalle sofferenze dell’uomo. Nel cuore di Madrid, mentre il sole si
avvia verso il tramonto, una moltitudine di giovani volge lo sguardo verso la Croce,
simbolo della Gmg. Nell’orazione iniziale, dal palco in Plaza de Cibeles, Benedetto
XVI sottolinea che, contemplando le stazioni della “Via Crucis”, ci uniamo a Cristo
e al tempo stesso ci facciamo vicini alle sofferenze di tanti fratelli che rischiano
di perdere la fede e la speranza:
(canto)
Duecento i metri
percorsi, una distanza breve in cui trova però spazio il dolore dell’umanità. Di stazione
in stazione, si alternano nel portare la Croce giovani di Paesi africani, afflitti
dalla guerra civile, giovani disabili, ragazzi disoccupati. Ancora, giovani di Haiti
e del Giappone, sconvolti dalle catastrofi naturali:
Jesús muere en
la Cruz …
Nell’itinerario verso il Calvario, la Croce si ferma davanti
ai gruppi scultorei, segno mirabile del patrimonio religioso delle diocesi spagnole.
Il Papa e i giovani ascoltano le meditazioni scritte per l’occasione dalle Suore della
Croce di Siviglia:
Jesús patéese con todos los que sufren …
“Gesù
– viene sottolineato – patisce con tutti coloro che soffrono, con le vittime dei
genocidi, della violenza, con le vittime degli abusi sessuali”, con “quanti sono denudati
della loro dignità”. A loro, fratelli trafitti dal dolore, rivolge il pensiero Benedetto
XVI nel discorso al termine della “Via Crucis”. Cristo, avverte il Papa, “ha dato
la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”:
La
pasión de Cristo nos impulsa a cargar… “La Passione di Cristo – afferma
– ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza
che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini”.
Al contrario, ribadisce il Papa, Dio si è fatto “uno di noi” per condividere
la nostra sofferenza e così far sorgere in noi la stella della speranza. Quindi, il
Papa consegna un mandato ai giovani della Gmg di Madrid:
Vosotros,
que sois muy sensibles… “Voi che siete molto sensibili all’idea di
condividere la vita con gli altri – è la sua esortazione – non passate oltre davanti
alla sofferenza umana”.
E lì, prosegue il Papa, che “Dio vi attende
affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire”.
E sottolinea che le “diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate
davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le
sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza”. Riprende così la
sua Enciclica “Spe Salvi” per riaffermare che “soffrire con l'altro, per gli altri”,
soffrire “per amore della verità e della giustizia” sono “elementi fondamentali di
umanità”. Il Papa auspica, dunque, che i giovani possano mettere in pratica quanto
vissuto durante la Gmg di Madrid:
Miremos para ello a Cristo, colgado
en… “Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno
– è la preghiera del Papa – e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa
della croce, grazie alla quale l’uomo vive”.
La Croce, ribadisce
con forza, “non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta
di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita”. La Croce,
soggiunge, “rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa
riconosciamo l’icona dell’amore supremo”. Il Papa non ha infine mancato di offrire
una riflessione sulla bellezza dei gruppi scultorei della “Via Crucis”:
Son
imágenes donde la fe y el arte… “Sono immagini – rileva il Papa –
nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo
alla conversione”.
Il Papa conclude la “Via Crucis” con
l’invocazione alla Vergine Maria affinché sostenga e dia speranza a quanti soffrono.
Quindi, fa ritorno in nunziatura, passando, come ormai ci si è abituati a vedere a
Madrid, tra due ali di folla festante.