2011-08-19 12:02:05

Messaggio per la fine del Ramadan: noi cristiani e musulmani non crediamo al caso ma in Dio che ci guida nel nostro cammino


“Il rapporto di ogni uomo con la trascendenza non è un fatto contingente della storia, ma appartiene alla natura umana”. “Noi non crediamo al caso, ma siamo convinti – ne facciamo l’esperienza – che Dio ci guida nel nostro cammino”. E’ quanto si legge nel messaggio, firmato dal cardinale Jean-Louis Tauran e dall’arcivescovo Pier Luigi Celata - presidente e segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - in occasione della fine del Ramadan. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Il messaggio per la fine del Ramadan, mese sacro per i musulmani, è incentrato quest’anno sul tema della dimensione spirituale della persona umana. Una realtà che “cristiani e musulmani considerano di primaria importanza, di fronte alle sfide del materialismo e del secolarismo”. “Cristiani e musulmani – si legge nel messaggio – al di là delle loro differenze, riconoscono la dignità della persona umana dotata di diritti e di doveri”. Per questo, la trasmissione di valori umani e morali alle giovani generazioni costituisce una preoccupazione comune: “Spetta a noi – si legge nel messaggio – far scoprire loro che c’è il bene e il male, che la coscienza è un santuario da rispettare”. Un’altra priorità è quella di coltivare la dimensione spirituale, sapendo che questa apertura “rende più responsabili, solidali e disponibili per il bene comune”. Ma troppo spesso – si ricorda nel messaggio - “cristiani e musulmani sono testimoni della violazione del sacro, della diffidenza di cui sono oggetto quanti si dicono credenti”. Per questo, non si possono non denunciare “tutte le forme di intimidazione, i pregiudizi e le polemiche”, nonché le discriminazioni di cui, a volte, sono oggetto i credenti nella vita sociale e politica come anche nei mass media.







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