Alla Via Crucis della Gmg le sofferenze dei giovani di tutto il mondo
Questa sera ci sarà la Via Crucis del Papa con i giovani. Un momento di preghiera
molto sentito in Spagna e non solo a livello religioso, ma anche artistico tanto che
ad ogni Stazione ci saranno delle sculture offerte da diverse confraternite spagnole
per essere portate a Madrid. Sentiamo in proposito Noé Pernìa, uno dei coordinatori
degli Atti centrali della Gmg. L’intervista è di Debora Donnini:
R. - La raffigurazione
più importante è quella dell’Ultima Cena, la prima Stazione: si tratta di una scultura
intagliata nel legno del 1763, realizzata dallo scultore Francisco Salzillo.
E’ un’opera d’arte che ha avuto bisogno di essere restaurata prima di farla arrivare
a Madrid. Ogni figura, ogni gruppo scultoreo è stato trasferito dai luoghi di origine
e trasportato a Madrid, richiedendo misure speciali. Sono tutte immagini in legno,
figure antiche, in maggioranza appartenenti a questo secolo, fatta eccezione di questa,
che è la più antica e la più importante, proprio perché realizzata 300 anni fa.
D.
- La Via Crucis attraversa, dunque, il cuore della capitale spagnola…
R.
- Comincia in Plaza Colón, attraversando poi una via, che si chiama “Paseo de Recoletos",
che unisce la Plaza Colón con la Plaza Cibeles, dove si trova il Papa: tra la prima
e l’ultima Stazione ci sono circa 200 metri. La cosa più importante riguarda i ragazzi
che portano la Croce. Sono rappresentate le sofferenze che patiscono i giovani del
mondo: alla prima Stazione, la Croce viene portata dai giovani che sono venuti dalla
Terra Santa; nella seconda Stazione viene portata dai giovani perseguitati per motivi
riguardanti la loro fede. La Croce simboleggia la speranza in contesti pesanti, dove
pesanti sono le ferite, le malattie, l’emarginazione così come la scarsità e la mancanza
di lavoro che sarà rappresentata alla decima Stazione, la Crocifissione di Cristo.(mg)