2011-08-18 13:30:05

Il Papa ai giornalisti sul volo per Madrid: le Gmg, una cascata di luce che dà visibilità alla presenza di Dio


Sul volo diretto a Madrid, Benedetto XVI ha risposto, come da tradizione, ad alcune domande rivolte dai giornalisti. Il Papa ha sottolineato l’importanza delle Gmg non solo per i giovani, ma per tutta la Chiesa. Quindi, rispondendo sull’attuale crisi economica, ha ribadito che l’uomo e non il profitto devono essere al centro dell’economia. Il servizio di Alessandro Gisotti e, di seguito, la trascrizione integrale delle risposte del Papa ai giornalisti:RealAudioMP3

La Gmg “collega il mondo e Dio”, ed è “un’importante realtà per il futuro dell’umanità”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che, conversando con i giornalisti sul volo papale, ha messo l’accento sul valore straordinario delle Giornate Mondiali della Gioventù, dono ed ispirazione del Beato Giovanni Paolo II:

“Direi che queste Gmg sono un segnale, una cascata di luce; danno visibilità alla fede, alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui vedono che non sono soli, che c’è una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale”.

Le Gmg, ha detto ancora il Papa, non sono un “avvenimento isolato”, fanno parte di un cammino più grande che esige ben più di una preparazione tecnica. Quindi, ha offerto una riflessione sul cammino che inizia dopo questi grandi eventi ecclesiali:

“Mi sembra che la Gmg si debba considerare in questo senso, come segno, una parte di un grande cammino, crea amicizie, apre frontiere e rende visibile che è bello essere con Dio, che Dio è con noi. In questo senso, vogliamo continuare con questa grande idea del Beato Papa Giovanni Paolo II”.

La seconda domanda rivolta al Papa si è focalizzata sull’attuale crisi economica mondiale i cui effetti negativi si fanno sentire soprattutto nei confronti dei giovani:

“Si conferma nella crisi attuale economica quanto è già apparso nella precedente grande crisi, che la dimensione etica non è una cosa esteriore ai problemi economici, ma una dimensione interiore e fondamentale. L’economia non funziona solo con una autoregolamentazione mercantile, ma ha bisogno di una ragione etica per funzionare”.

Benedetto XVI ha quindi richiamato il magistero sociale di Giovanni Paolo II e in particolare la sua affermazione che l'uomo deve essere al centro dell'economia e che “l’economia non è da misurare secondo il massimo profitto, ma secondo il bene di tutti”. Il Papa ha così rimarcato la necessità di non trascurare il valore della responsabilità. L’Europa, ha avvertito, deve anche pensare ai problemi economici di chi, in altre parti del mondo, soffre la fame e non ha futuro. Ancora, il Papa ha richiamato la dimensione della responsabilità verso le nuove generazioni:

“Se i giovani di oggi non trovano prospettive nella loro vita, anche il nostro oggi è sbagliato... Quindi, la Chiesa con la sua dottrina sociale, con la sua dottrina sulla responsabilità di Dio, apre la capacità di rinunciare al massimo del profitto e di vedere le cose nella dimensione umanistica e religiosa, cioè essere l’uno per l’altro”.

Quindi, rispondendo ad una domanda sui frutti delle Gmg, ha osservato che la “seminagione di Dio è sempre silenziosa, non appare subito nelle statistiche”:

“Certamente, molto si perde, non possiamo subito dire: da domani ricomincia una grande crescita della Chiesa. Così Dio non agisce. Ma cresce in silenzio, tanto. So dalle altre Gmg che hanno fatto nascere tante amicizie, amicizie per la vita; tante nuove esperienze che Dio c’è”.

Al Pontefice è stata anche rivolta una domanda sull’annuncio della Verità in un mondo in cui i giovani vivono in ambienti multiculturali e multiconfessionali. Il Papa ha riconosciuto che in passato ci sono stati abusi del concetto di verità. Ed ha aggiunto che “la verità è accessibile solo nella libertà”:

“Si possono imporre con violenza i comportamenti, le osservanze ... ma non la verità! La verità si apre solo alla libertà, al consenso libero e perciò libertà e verità sono intimamente unite, l’una è condizione per l’altra”.

“Dobbiamo essere sempre alla ricerca della verità, dei veri valori”, ha proseguito il Papa che ha indicato nei diritti umani fondamentali “un nucleo di valori” comuni. Infine, ha ribadito che non bisogna avere paura della verità:

“La verità come tale è dialogale perché cerca di conoscere meglio, di capire meglio e lo fa in dialogo con gli altri. Così, ricercare la verità e la dignità dell’uomo è la maggiore difesa della libertà”.


Di seguito la trascrizione integrale della conversazione del Papa con i giornalisti, sull'aereo diretto a Madrid, introdotta da P. Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede:



P. Lombardi: Santità, benvenuto tra noi, grazie mille, come al solito, di darci questo breve incontro durante il volo di andata. La “comunità volante” dei giornalisti, qui, è composta di 56 persone di tanti Paesi diversi, ma i giornalisti che la aspettano a Madrid sono più di 4.000: quasi 5.000. E’ un record per la Spagna e anche per gli avvenimenti mondiali. Ci impegneremo tutti, naturalmente, a dare l’eco adeguata alle sue parole per questo bellissimo avvenimento. Come al solito, le propongo alcune domande che mi sono state date nei giorni passati dai giornalisti qui presenti. Santo Padre, siamo alla 26a Giornata Mondiale della Gioventù, la 12a celebrata con un grande incontro mondiale. Giovanni Paolo II, che le ha inventate, ora è Beato ed è Protettore ufficiale di questa GMG di Madrid. All’inizio del Suo Pontificato ci si era domandati se lei avrebbe continuato sulla linea del suo Predecessore. Ora lei è già alla sua terza Giornata mondiale, dopo Colonia e Sydney. Come vede il significato di questi eventi nella “strategia” pastorale della Chiesa universale nel terzo Millennio?

Benedetto XVI: Cari amici, buongiorno! Sono contento di andare con voi in Spagna per questo grande avvenimento. Dopo due GMG vissute anche personalmente, posso soltanto dire che è stata realmente un’ispirazione quella che è stata donata a Papa Giovanni Paolo II, quando ha creato questa realtà di un grande incontro dei giovani e del mondo con il Signore. Direi che queste GMG sono un segnale, una cascata di luce; danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui, vedono che non sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale. E così, mi sembra, nascono amicizie, amicizie oltre i confini delle diverse culture, dei diversi Paesi. E questa nascita di una rete universale di amicizia, che collega mondo e Dio, è un’importante realtà per il futuro dell’umanità, per la vita dell’umanità di oggi. Naturalmente, la GMG non può essere un avvenimento isolato: fa parte di un cammino più grande, va preparato da questo cammino della Croce che trasmigra in diversi Paesi e già unisce giovani nel segno della Croce e nel meraviglioso segno della Madonna. E così la preparazione della GMG è molto più che preparazione tecnica di un avvenimento con tanti problemi tecnici, naturalmente; è una preparazione interiore, un mettersi in cammino verso gli altri, insieme verso Dio. E poi, dopo, segue la fondazione di gruppi di amicizia, tenere questo contatto universale che apre le frontiere delle culture, dei contrasti umani, religiosi, e così è un cammino continuo che poi guida ad un nuovo vertice, ad una nuova GMG. Mi sembra, in questo senso, che si debba vedere la GMG come segno, parte di un grande cammino; crea amicizie, apre frontiere e rende visibile che è bello essere con Dio, che Dio è con noi. In questo senso, vogliamo continuare con questa grande idea del Beato Papa Giovanni Paolo II.


P. Lombardi: Santità, i tempi cambiano. L’Europa e il mondo occidentale in generale vivono una crisi economica profonda, ma che manifesta anche dimensioni di grave disagio sociale e morale e di grande incertezza per il futuro, che diventano particolarmente dolorose per i giovani. Nei giorni scorsi abbiamo visto, ad esempio, i fatti avvenuti in Gran Bretagna, con scatenamento di ribellione o di aggressività. Allo stesso tempo ci sono segni di impegno generoso ed entusiasta, di volontariato e solidarietà, di giovani credenti e non credenti. A Madrid incontreremo moltissimi giovani meravigliosi. Quali messaggi può dare la Chiesa per la speranza e l’incoraggiamento dei giovani del mondo, soprattutto quelli che sono oggi tentati di scoraggiamento e di ribellione?

Benedetto XVI: Ecco. Si conferma nell’attuale crisi economica quanto è già apparso nella precedente grande crisi, che la dimensione etica, cioè, non è una cosa esteriore ai problemi economici, ma una dimensione interiore e fondamentale. L’economia non funziona solo con un’autoregolamentazione di mercato, ma ha bisogno di una ragione etica per funzionare per l’uomo. E appare di nuovo quanto aveva già detto nella sua prima enciclica sociale Papa Giovanni Paolo II, che l’uomo dev’essere il centro dell’economia e che l’economia non è da misurare secondo il massimo del profitto, ma secondo il bene di tutti, include responsabilità per l’altro e funziona veramente bene solo se funziona in modo umano, nel rispetto dell’altro. E con le diverse dimensioni: responsabilità per la propria Nazione e non solo per se stessi; responsabilità per il mondo – anche una Nazione non è isolata, anche l’Europa non è isolata, ma è responsabile per l’intera umanità e deve pensare ai problemi economici sempre in questa chiave della responsabilità anche per le altre parti del mondo, per quelle che soffrono, hanno sete e fame, non hanno futuro. E quindi – terza dimensione di questa responsabilità – è la responsabilità per il futuro. Sappiamo che dobbiamo proteggere il nostro pianeta, ma dobbiamo proteggere – tutto sommato – il funzionamento del servizio del lavoro economico per tutti e pensare che il domani è anche l’oggi. Se i giovani di oggi non trovano prospettive nella loro vita, anche il nostro oggi è sbagliato e “male”. Quindi, la Chiesa con la sua dottrina sociale, con la sua dottrina sulla responsabilità verso Dio, apre la capacità di rinunciare al massimo del profitto e di vedere le cose nella dimensione umanistica e religiosa, cioè: essere l’uno per l’altro. Così si possono anche aprire le strade. Il grande numero di volontari che lavorano in diverse parti del mondo, non per sé ma per l’altro, e trovano proprio così il senso della vita, dimostrano che è possibile fare questo e che un’educazione a questi grandi scopi, come cerca di fare la Chiesa, è fondamentale per il nostro futuro.


P. Lombardi: Santità, i giovani del mondo di oggi vivono generalmente in ambienti multiculturali e multiconfessionali. La tolleranza reciproca è più necessaria che mai. Lei insiste sempre molto sul tema della verità. Non pensa che questa insistenza sulla verità e sull’unica Verità che è Cristo sia un problema per i giovani di oggi? Non pensa che questa insistenza li indirizzi alla contrapposizione e alla difficoltà di dialogare e cercare insieme agli altri?

Benedetto XVI: Il collegamento tra verità e intolleranza, monoteismo e incapacità di dialogo con gli altri, è un argomento che spesso ritorna nel dibattito sul cristianesimo di oggi. E, naturalmente, è vero che nella storia ci sono stati anche abusi, sia del concetto della verità, sia del concetto del monoteismo; ma sono stati abusi. La realtà è totalmente diversa. L’argomento è sbagliato, perché la verità è accessibile solo nella libertà. Si possono imporre con violenza, comportamenti, osservanze, attività, ma non la verità! La verità si apre solo alla libertà, al consenso libero, e perciò libertà e verità sono intimamente unite, l’una è condizione per l’altra. E, del resto, cercare la verità, i veri valori che danno vita e futuro, é senza alternativa: non vogliamo la menzogna, non vogliamo il positivismo di norme imposte con una certa forza; solo i valori veri portano al futuro e diciamo che è necessario, quindi, cercare i valori veri e non permettere l’arbitrio di alcuni, non lasciare che si fissi una ragione positivista che ci dice, circa i problemi etici, i grandi problemi dell’uomo: non c’è una verità razionale. Questo sarebbe veramente esporre l’uomo all’arbitrio di quanti hanno il potere. Dobbiamo essere sempre alla ricerca della verità, dei veri valori; abbiamo un nucleo nei valori, nei diritti umani fondamentali; altri simili elementi fondamentali sono riconosciuti e, proprio questi, ci mettono in dialogo l’uno con l’altro. La verità come tale è dialogica perché cerca di conoscere meglio, di capire meglio e lo fa in dialogo con gli altri. Così, ricercare la verità e la dignità dell’uomo è la maggiore difesa della libertà.


P. Lombardi: Un ultima domanda, Santità. Le Giornate Mondiali della Gioventù sono un tempo bellissimo e suscitano molti entusiasmi, ma i giovani poi tornano a casa e ritrovano un mondo in cui la pratica religiosa è in diminuzione fortissima. Molti di loro probabilmente non si vedranno più in chiesa. Come si può dare continuità ai frutti delle Giornate Mondiali della Gioventù? Pensa che diano effettivamente frutti di lunga durata al di là dei momenti di grande entusiasmo?

Benedetto XVI: La seminagione di Dio è sempre silenziosa, non appare subito nelle statistiche. E con il seme che il Signore mette nella terra con le GMG, è come con il seme del quale Egli parla nel Vangelo: qualcosa cade sulla strada e si perde; qualcosa cade sulla pietra, e si perde; qualcosa cade tra i rovi, e si perde; ma qualcosa cade sulla terra buona e porta grande frutto. Proprio così è anche con la seminagione della GMG: molto si perde – e questo è umano. Con altre parole del Signore: il granello di senape è piccolo, ma cresce e diventa un grande albero. Con altre parole ancora: certamente, molto si perde, non possiamo subito dire: da domani ricomincia una grande crescita della Chiesa. Dio non agisce così. Ma cresce in silenzio e tanto. So dalle alte GMG che sono nate tante amicizie, amicizie per la vita; tante nuove esperienze che Dio c’è. E su questa crescita silenziosa noi riponiamo fiducia e siamo sicuri, anche se le statistiche non parleranno molto, che il seme del Signore realmente cresce e sarà per moltissime persone l’inizio di un’amicizia con Dio e con altri, di un’universalità del pensiero, di una responsabilità comune che realmente ci mostra che questi giorni portano frutto. Grazie!


P. Lombardi: Grazie a lei, Santità, di questa conversazione che già ci orienta verso i temi essenziali di questi giorni bellissimi. Le facciamo, naturalmente, i nostri auguri perché siano giorni – nonostante il caldo – pieni di gioia e di soddisfazioni. Però, prima di lasciarla tornare al suo posto, volevo dire che anche per la nostra comunità oggi è un giorno di festa in particolare, perché c’è una delle nostre decane, una che ha fatto tutti i viaggi di Giovanni Paolo II e tutti i suoi, tranne uno solo, perché non stava molto bene, e che oggi compie gli anni. Gli anni sono naturalmente pochi, anche se i viaggi sono stati molti. Si tratta di Paloma Gómez Borrero a cui tutti facciamo gli auguri, e glieli facciamo insieme a lei.








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