Conversioni forzate all'islam. Ragazza cattolica pakistana in fuga dopo due anni
di prigionia
L’Associazione dei Pakistani Cristiani in Italia ha segnalato all’Agenzia Fides il
rapimento di un’altra ragazza cristiana, costretta alla conversione forzata all’islam.
Arifa Alfred, giovane cattolica di 27 anni, di Nawa killi, nel distretto di Quetta,
è stata trattenuta con la forza per due anni a casa di un musulmano, Amjad. L’incubo
è iniziato a maggio del 2009 e solo il primo agosto 2011 la ragazza è riuscita a fuggire.
Amjad aveva programmato con cura il sequestro ed è stato aiutato da due amiche di
Arifa, Lubna e Rebecca, che avrebbero servito un tè drogato alla ragazza durante
una visita a casa. Arifa è poi rinvenuta a casa di Amjad che le ha mostrato un falso
certificato di matrimonio, dicendole che si era convertita all’islam e l’aveva sposato.
La ragazza ha negato tutto e per questo è stata vittima di torture mentali e fisiche
prolungate, compresa la somministrazione di droghe e continue percosse. La notte precedente
il primo agosto, Arifa è stata nuovamente picchiata con violenza; la mattina ha però
trovato, per la prima volta dopo due anni, la porta di casa aperta e si è recata,
gravemente ferita, in ospedale, deve le sono state amministrate le prime cure. La
donna ha quindi esposto denuncia, ma la polizia non ha fatto nulla finora per portare
il colpevole davanti alla giustizia: l’ispettore di polizia avrebbe, anzi, dimostrato
apprezzamento per la conversione della ragazza all’Islam. Attualmente Arifa e la sua
famiglia sono in fuga: il suo rapitore infatti afferma che la ragazza sia sua moglie
e musulmana; tornare a casa sarebbe troppo pericoloso. D’altra parte Arifa continua
a ribadire: “Sono cristiana e sono sempre rimasta salda nella mia fede , continuando
a pregare nel mio cuore Gesù Cristo e la Beata Vergine Maria per ottenere la libertà
in questi due anni di prigionia!” (G.I.)