2011-08-15 15:40:30

Concluso ad Avila il primo Congresso mondiale delle Università cattoliche


Con una solenne celebrazione presieduta dal cardinale Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, si è concluso ieri sera ad Avila il primo Congresso mondiale delle Università cattoliche sul tema “Identità e missione nell’Università cattolica”. All’incontro hanno preso parte oltre 500 docenti universitari provenienti da 170 università di 40 Paesi nei cinque continenti, che hanno espresso la loro intenzione di continuare il lavoro di rete iniziato in questi giorni nella cittadina spagnola. Da Avila il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

Offrire ai giovani un valido progetto educativo che li prepari ad affrontare il futuro con una sicurezza ed una speranza maggiore dei loro coetanei che hanno frequentato le università laiche: questo è il vero segreto per un sicuro rilancio degli atenei cattolici. Così Stefano Zamagni, docente presso l’Università di Bologna, offre ai partecipanti le conclusioni del primo Convegno mondiale delle Università cattoliche ad Avila. Purtroppo – ha spiegato l’economista nel suo intervento – negli ultimi tempi le università cattoliche hanno subito una perdita di fiducia delle loro stesse capacità in quanto hanno finito per adottare gli stessi schemi di pensiero e di programma delle università laiche. Se vogliono di nuovo essere scelte, devono ritrovare la loro identità, che consiste non solo in una buona offerta formativa, ma anche in una proposta educativa alternativa dagli altri atenei laici. E tra i vari interventi, anche quello di Vincenzo Buonomo, docente alla Pontificia Università Lateranense di Roma che ha spiegato come l’Università Cattolica possa dare un’importante contributo alla base dei diritti umani, soprattutto in questi tempi di crisi. “I nostri atenei – ha continuato Buonomo – sono chiamati a proporre una visione dei diritti umani come uno strumento che sta contribuendo a trasformare la società in una comunità di persone ad immagine della famiglia”. Diversi partecipanti al Congresso prenderanno parte, il prossimo 19 agosto, all’incontro di Benedetto XVI con i docenti universitari al monastero dell’Escorial, vicino Madrid.

Ma che ruolo possono avere oggi le università cattoliche? Marina Tomarro lo ha chiesto a mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria di Roma, presente all’incontro:RealAudioMP3

R. – Le università cattoliche oggi sono chiamate a compiere un passaggio molto importante. Innanzitutto, quello di superare il pregiudizio della confessionalità che spesso le ha ridimensionate nelle loro capacità di dare contributi significativi alla cultura contemporanea. Ma poi, c’è l’aspetto positivo e indispensabile che è quello di aiutare la società contemporanea, e quindi la sua cultura, al passaggio dall’esperienza formativa etica e anche dall’elaborazione culturale centrata sui valori etici, ad una prospettiva più ampia che certamente recuperi le dimensioni etiche ma che aiuti l’uomo e la società contemporanea a comprendersi, in questo momento storico, come capaci di costruire la società. Ecco: questo passaggio dall’uomo eticamente buono all’uomo costruttore rappresenta oggi la grande sfida, la grande proposta che la cultura cattolica e la Chiesa sono chiamate ad affrontare e in essa, evidentemente, le università cattoliche hanno un ruolo determinante perché è nelle università cattoliche che la fede ha la possibilità di esprimere tutta se stessa nelle sue capacità culturali e quindi dare contributi che in questo momento altre esperienze o altre proposte culturali non sono più in grado di dare, in considerazione del fatto che l’umanità ha vissuto grandi crisi epocali, ultima quella economico-finanziaria, che impone – come Benedetto XVI ha più volte sottolineato – di ripensare lo sviluppo. Infatti, questo sviluppo dovrà concretizzarsi attraverso il rilancio di una dimensione antropologica che aiuti l’uomo a scoprirsi davvero costruttore della società.

D. – Le cappellanie universitarie, che ruolo hanno all’interno degli atenei cattolici?

R. – Io penso che in una nuova prospettiva che vada oltre la formazione etica, è importante il ruolo delle cappellanie universitarie, perché all’interno delle università cattoliche le cappellanie devono recuperare un ruolo determinante, non soltanto nella formazione ma soprattutto nel rendere possibile quella pienezza di esperienze cristiane che costituisce il presupposto e la condizione necessaria per poter poi sostenere e favorire e sollecitare l’impegno scientifico e culturale dell’intera comunità accademica. Per questo è molto importante che i responsabili delle università cattoliche guardino alle cappellanie universitarie non come fatto marginale, certamente importante ma relativo ad esperienze parziali della vita dei giovani o dei docenti; ma si inizi a considerare le cappellanie universitarie come luogo fondamentale da cui prende origine la stessa esperienza di fede. (gf)







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