2011-08-13 20:41:13

"Ore plangamo de lu Siniore": domani in scena nell'aquilano, la più antica Passione giullaresca in volgare italiano


I principali enti culturali abruzzesi portano in scena, domani sera, nella splendida cornice di Santa Maria Assunta a Bominaco, la più antica Passione di Cristo in volgare italiano, dal titolo “Ore plangamo de lu Siniore”, conservata nel Codice di Celestino V all’Aquila. La rappresentazione è frutto di un’attenta ricostruzione musicale e drammaturgica dello storico Francesco Zimei ed è affidata all’esecuzione dei musicisti-attori della Compagnia “Hora decima” nell’ambito del festival “Pietre che cantano”, in corso nell’aquilano. Il servizio di Gabriella Ceraso: RealAudioMP3

La Passione di Cristo, dal suo arresto fino alla sepoltura: questo narra il testo in volgare italiano, in strofe di quartine monorime, dell’ultimo quarto del Duecento appartenuto a Pietro del Morrone, Papa col nome di Celestino V. Era un testo recitato dai giullari, cui si accompagnava una melodia che il musicologo Francesco Zimei ha identificato e decifrato, regalando alla storia della musica una rarità:

“Intanto è la più antica melodia in lingua italiana finora identificata, associata ad un componimento giullaresco, la cui stesura risale intorno al 1150. Quindi questo sposta di molto indietro le lancette sull’origine della lingua italiana nella sua forma cantata”.

Da qui l’idea di portare in scena quella che risulta essere la più antica Passione, scritta in volgare, in cui tutto - gesti, movenze, costumi e strumenti musicali - è tratto dall’iconografia e dalle tradizioni medioevali. Il risultato non è una semplice rappresentazione:

“Si tratta di un rito collettivo a tutti gli effetti e non di una ricostruzione filologica della Passione di Cristo come potrebbe essere in un film: è la riproposizione di uno spettacolo di 800 anni fa”.

Nell’allestimento trova spazio un’altra rarità assoluta: prevista infatti, oltre alle voci narranti e a quella della Vergine, la presenza, nel ruolo di Crist,o di un Crocifisso ligneo con le braccia snodabili, copia di un originale del 1200. E questo è il primo spettacolo in tempi moderni a recuperarne l’uso nelle sue valenze sceniche originali. Ancora Francesco Zimei:

“Tutta la Passione si svolge, così come si doveva svolgere un tempo, con dei giullari che cantano intorno a questa scultura scenica, alta tre metri: nella prima parte con la statua del Cristo in Croce; nella seconda parte, con la sua deposizione, in attesa di essere portato - alla fine - in processione”.

L’esecuzione è affidata ai musicisti della Compagnia “Hora decima”, così come un tempo era affidata ai giullari: non semplici saltimbanchi da strada, ma veri e proprio professionisti della cultura medioevale e popolare

“I giullari sono anche grandi cantori ed esecutori, che hanno però questa caratteristica: di cantare cose che sono popolari. Quindi con “giullare” non vogliamo indicare nessun degrado nell’esecuzione di una Passione, ma semplicemente restituire all’interprete la dignità che egli aveva”. (mg)








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