2011-08-13 20:20:38

Italia: al via la manovra anticrisi da 45,5 mld di euro. E' scontro tra governo e opposizione


Sarà domani in gazzetta ufficiale e dal 22 agosto all'esame del Parlamento, la manovra correttiva da 45,5 miliardi di euro che il Ministro dell’economia Tremonti, ha illustrato questa mattina assicurando di aver operato “in coscienza, per il bene del Paese ''. L’ impatto complessivo da qui al 2013 supera i 90 miliardi. Non ci sarà la fiducia, né si rischiano scossoni, assicura il Premier che raccoglie l’apprezzamento dell’Unione europea. Dure critiche dalle opposizioni. Articolato il giudizio delle parti sociali. Il servizio di Giampiero Guadagni RealAudioMP3


Per un commento, Francesca Sabatinelli ha intervistato l’economista Alberto Quadrio Curzio:00:02:15:31

R. – Si tratta di misure certamente molto pesanti, che pare siano state richieste esplicitamente dalla Banca centrale europea e anche dalla Banca d’Italia: queste misure dovrebbero portarci al pareggio di bilancio nel 2013 e in tal caso noi saremmo - insieme alla Germania - gli unici due Paesi che arrivino così presto al pareggio di bilancio. Ciò detto, naturalmente i sacrifici ci sono, non sono piccoli, rimangono alcuni grandi problemi strutturali del Paese che si spera vorranno poi essere risolti col passare del tempo.

D. – Professore, chi è più penalizzato?

R. – Bisognerà vedere esattamente le cifre, quelle della ragioneria generale. Diciamo che gli oneri sono relativamente distribuiti; tuttavia bisogna vedere se poi, al di là degli oneri, ci sono misure che per adesso devo ancora studiare, circa il rilancio della crescita e in particolare i profili occupazionali. Non mi convince molto quella misura relativa alla liberalizzazione del mercato del lavoro, perché non vorrei che questo significasse un aumento di precarietà.

D. – Secondo lei, quanto vale il fatto che ci siano stati questi grandi ed importanti tagli agli enti locali?

R. – Io credo che questo intervento sia stato pressoché imposto dall’opinione pubblica, o comunque dall’opinione pubblica che si esprime attraverso la stampa; si tratta poi di vedere se questa stampa riflette esattamente l’opinione pubblica. In ogni caso, la soppressione di 36 province porterà ad un risparmio nel medio e lungo termine, ma sarà un’operazione molto costosa e a sua volta molto dolorosa. Talune province vanno certamente soppresse; altre non si possono computare solo in base alla popolazione, perché ci sono province che hanno territori enormi e la popolazione, per quanto non eccessiva, dev’essere tuttavia presidiata da un ente pubblico. Per quanto riguarda, invece, gli accorpamenti dei comuni, questi mi convincono di più.

D. – Resta il fatto che non si registrano riduzioni di parlamentari, tantomeno di privilegi …

R. – Credo che, quantunque la riduzione del numero dei parlamentari non possa ovviamente andare in esecuzione se non con una prossima legislatura e con adeguate modifiche di leggi costituzionali o para-costituzionali, sarebbe stato un segno molto, molto importante. Tutto ciò non c’è: denota una maggiore cautela quando si tratta di politica e di parlamentari … (gf)











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