Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 20.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui Gesù sembra indifferente di fronte al dolore di una madre, una cananea,
che chiede la guarigione della figlia tormentata da un demonio. La donna, per nulla
intimorita dal rifiuto iniziale del Signore, continua ad insistere nella sua preghiera
senza stancarsi. Gesù, alla fine, esclama:
«Donna, grande è la tua fede!
Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Che coraggio
ha questa povera donna cananea! Umiliata dall’indifferenza palese e da una frase dura
di Gesù, non si rassegna ad essere esclusa dalla sua attenzione: gli basta essere
anche solo come i cagnolini che mangiano delle briciole sotto la tavola. Sa di non
appartenere alle persone privilegiate, ma gli basta un attimo di attenzione, purché
la sua figlia sia guarita. Amore di mamma che non conosce ostacoli, però ancor più
fede allo stato puro: nonostante sia non ebrea, mostra un’audacia nella sua implorazione
che perfino Gesù ne è sorpreso. “Donna, grande è la tua fede!”, esclama il Maestro,
facendola diventare icona meravigliosa per sempre. Fede come dono e cammino per tutti
è il messaggio comune delle tre letture di questa domenica: non ci sono confini alla
fede, la benevolenza di Dio si estende a tutti i popoli. Lo canta Isaia oggi in una
pagina di vero universalismo, lo ribadisce Paolo che si sente chiamato proprio ad
essere “Apostolo delle Genti”. Si tratta di un diritto di diffondere ovunque il Vangelo,
ma anche di un’accoglienza da esercitare per riconoscere la fede espressa in modo
originale da chi appartiene ad altre tradizioni. Non siamo né i padroni né i controllori
del Vangelo: ma solo i servitori di Dio che vuole benedire tutti i popoli, e da tutti
essere riconosciuto.