"I vari provvedimenti
colpiscono un po’ dappertutto e questo può dare un impressione di giustizia della
manovra. Ma credo che questa impressione non sia del tutto corretta perché anche
tassare redditi al di sopra dei 90 mila euro non colpisce gli evasori. Quanti sono
coloro, infatti, che dichiarano veramente quello che guadagnano?" Per il politologo
Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia Politica all'Università Sophia di Loppiano
(Fi) fondata da Chiara Lubich, "si accetta che vengono pagati molto i parlamentari
per il loro ruolo, per conservare loro un’autonomia, ma non si capisce perché debbano
però pagare un pranzo raffinato nei ristoranti di Camera e Senato lo stesso ticket
che paga un bambino della scuola materna. Ma non è che aumentando il prezzo del pasto
si risolve il problema". A proposito di corruzione ed evasione fiscale, "diciamo che
c’è anche un intreccio di interessi, di corporativismi, che impedisce di realizzare
questa lotta. Non c’è un taglio netto tra chi gestisce il bene pubblico e gli interessi
privati". "La cosa migliore è che ci siano effettivamente dei buoni amministratori,
dei buoni politici indipendentemente dal fatto che siano cattolici". "L'attuale legge
elettorale, continua il politologo Baggio, "esprime la situazione di debolezza della
politica, perché tutte queste varie facce che sta assumendo la crisi sottolineano
la difficoltà da parte del politico, è sicuramente un un mestiere difficile, di prendere
i provvedimenti giusti". "L’attuale legge elettorale è una forma di tutela che consente
a pochi centri privati, perché tali sono i partiti, di decidere chi va in Parlamento.
Quindi sono dei privati che decidono la composizione del potere legislativo. Questa
è una stortura grave della democrazia che toglie sovranità ai cittadini. Ma ci dà
una spiegazione della debolezza politica attuale. E’ un ceto che si sta difendendo".
"E quando non si è più classe dirigente ma si è ceto, la tendenza è quella di prendere
accordi con altri ceti. Ecco perché le varie corporazioni hanno un peso così forte.
Perché parlano da pari a pari con la politica. Sono i diversi interessi corporativi
che tendono a scrivere l’agenda della politica". ( a cura di Luca Collodi )