Italia: decreto anticrisi da 45 miliardi con tasse e tagli. Critiche da regioni ed
enti locali
In primo piano la politica italiana. In corso, il Consiglio dei ministri straordinario
per varare il decreto anticrisi e far fronte alle richieste dell’Unione europea. In
mattinata, l’incontro del Governo con Regioni ed enti locali. Tra le misure annunciate,
una manovra aggiuntiva da 45 miliardi in due anni, tagli a politica ed enti locali,
una tassa di solidarietà. Coro di critiche dall’opposizione, polemiche anche nella
maggioranza. Il capo dello Stato Napolitano, intanto,chiede un confronto aperto e
decisioni rapide. Ci aggiorna in studio Linda Giannattasio:
Sul
fronte dei mercati è stata una giornata sostanzialmente positiva. Le Borse Europee
dopo una partenza difficile sono cresciute intorno al 3%, favorite dalla sospensione
temporanea delle vendite allo scoperto deciso per Italia, Belgio Francia e Spagna.
Tra le migliori, Piazza Affari con un Ftse Mib in rialzo del 4%. Migliora anche il
differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e spagnoli rispetto ai
Bund tedeschi, intorno ai 270 punti. Segno meno per Tokyo, bene invece Wall street,
dopo una frenata in seguito ai dati negativi sulla fiducia dei consumatori Usa.
E
la crisi sta spingendo molti Paesi a lavorare sui piani di salvataggio o sui tagli
al debito pubblico: l’Ue, la Banca Centrale europea e il Fondo Monetario internazionale
oggi hanno espresso fiducia per le misure anti-deficit del Portogallo, in precedenza
hanno stimolato Spagna e Italia. Proprio sull’importanza di questi provvedimenti,
Eugenio Bonanata ha raccolto l’opinione dell’economista Riccardo Moro:
R. - In questo
momento noi stiamo fronteggiando una crisi che non ha consistenti caratteri strutturali:
ha fondamentalmente una dinamica finanziaria che è legata fortemente - a me sembra
- anche all’immagine di sé che danno i governi europei, in questo caso, e le istituzioni
internazionali. Quanto più istituzioni e governi riescono a mostrare una coesione,
una capacità di intervento rapida e coordinata, tanto più questo viene letto dai risparmiatori
come un segnale positivo. Se aggiungiamo il rimbalzo positivo delle Borse di ieri,
questo potrebbe farci pensare - se non arriveranno segnali contraddittori da Francia
e Italia - ad uno stimolo che in queste ultime ore di Borsa e alla riapertura dei
Mercati, dopo Ferragosto, possa dare dei segnali positivi. . - Gli organismi
di controllo delle Borse in Italia, Francia, Spagna e Belgio hanno deciso di vietare
la vendita di titoli allo scoperto per quindici giorni. Cosa significa questa manovra?
Cosa può comportare? R. - E’ un segnale che chiede di raffreddare i movimenti
speculativi. Va detto, però, che se lo fanno solo quattro Paesi non significa che
questo avvenga sugli altri Mercati: non avviene, dunque, sul Mercato americano, non
avviene sul Mercato britannico, che sono poi due piazze finanziarie molto consistenti.
Le perdite molto pesanti che sono avvenute nei giorni scorsi - l’ultimo quello del
6,6 dell’altro giorno - vedono un ruolo delle operazioni allo scoperto molto contenuto.
Segno, questo, della necessità di segnali politici che vadano al di là di un vincolo
superiore alle regole. D. - Sul versante italiano: Bankitalia ha comunicato
un nuovo record a giugno del debito pubblico, che ha superato per la prima volta 1.900
miliardi. Questo dato può complicare il cammino del governo italiano? R.
- No, in realtà no perché è un dato del tutto previsto: nel senso che con quello che
sta accadendo in questi giorni è chiaro che il trend non va verso un miglioramento
dei fondamentali finanziari. Questo non mi stupisce e credo che non vada neanche enfatizzato.
Il problema più grave è quello a monte e cioè della capacità di invertire il trend:
capacità che è possibile realizzare esclusivamente con un vero cambio di passo, anche
dal punto di vista politico, che è la cosa che poi preoccupa di più nel nostro Paese.
(mg)