Diga sul Lago Turkana: l’Etiopia respinge la richiesta dell’Onu di sospendere i lavori
In Etiopia la diga Gilgel Gibe III non mette a rischio l’equilibrio del Lago Turkana,
il più grande lago permanente in un’area desertica del mondo, ma avrà piuttosto “un
effetto positivo e regolerà il flusso d’acqua del fiume Omo, prevenendo inondazioni
e elevando il livello delle acque durante la stagione secca”.E’ questa la risposta
della manager del progetto per la realizzazione della diga, Azeb Asnake, inviata alle
Nazioni Unite. L’Onu – ricorda l’agenzia Misna - aveva chiesto la sospensione dei
lavori di costruzione, avviati nel 2006. Una richiesta che l’Etiopia non accoglierà
- ha detto Asnake - non giudicando fondate sue motivazioni di tale istanza. Il progetto
Gilgel Gibe II è considerato il più grande piano di investimento mai realizzato in
Etiopia. Il costo stimato di 1,4 miliardi di euro è in parte finanziato dalla Banca
di sviluppo cinese. Ma una volta completata, con i suoi 240 metri di altezza e i 1870
mw di capacità, la diga provocherà, secondo diversi esperti, gravi conseguenze per
l’ecosistema e la sopravvivenza di oltre 400.000 persone, che nella zona vivono di
pesca e pastorizia. Lo scorso mese di maggio il governo italiano, impegnatosi con
l’Etiopia per 250 milioni di euro, aveva deciso di rinunciare al finanziamento della
costruzione della diga, seguendo decisioni analoghe prese dalla Banca mondiale, dalla
Banca europea e dalla Banca africana di sviluppo. A firmare nel 2006 il contratto
per la realizzazione dell’impianto era stata la società italiana ‘Salini Costruttori’.
(A.L.)