Siria, Consiglio sicurezza Onu ancora diviso sulle sanzioni
In Siria le forze di sicurezza hanno commesso “errori”. Lo ha riconosciuto lo stesso
presidente siriano, Bashar al Assad, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu - sebbene
diviso sulle misure da intraprendere - è tornato a chiedere lo stop delle violenze.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha ricordato che fino ad
ora, nel Paese, si contano almeno 2 mila morti, 13 mila prigionieri e 3 mila scomparsi.
Ma, di fatto, sul terreno prosegue la repressione: oggi gli attivisti per i diritti
umani segnalano 5 vittime al-Qusayr, nella provincia centrale di Homs, e circa 100
arresti a Saraqeb, nella provincia nord-occidentale di Idlib, a ridosso della frontiera
con la Turchia. Gli Stati Uniti rispondono alla situazione imponendo nuove sanzioni,
con un provvedimento che prende di mira la 'Bank of Syria' e il principale operatore
siriano di telefonia mobile. Intanto il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Moualem,
ha ribadito ad una delegazione del Foro di dialogo Ibsa (India, Brasile e Sudafrica)
che la Siria “sarà libera, pluralista e multipartitica entro la fine dell'anno”.