La protesta degli studenti in Cile. I vescovi: frutto dell'ingiustizia sociale
Prosegue la protesta degli studenti in Cile che, in questi giorni, sono più volti
scesi in piazza per chiedere “profonde riforme sociali” ed un miglioramento della
qualità del sistema scolastico e universitario. Non si tratta di proteste isolate
– scrivono in un comunicato i vescovi del Paese latinoamericano – ma di manifestazioni
che riflettono la crescente tensione sociale a livello globale. Sulla mobilitazione
studentesca in Cile, che solo ieri ha fatto registrare 396 arresti e 55 feriti, si
sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco il giornalista cileno della nostra
emittente, Luis Badilla:
R. – Secondo
la dichiarazione dei vescovi, la questione centrale che in questo momento colpisce
il Cile è la gravissima iniquità sociale. I vescovi, nella loro dichiarazione, inseriscono
questa crisi del Cile nella crisi mondiale e per questo iniziano parlando dei problemi
che riguardano la crisi finanziaria, la crisi etica, politica, economico-sociale di
diverse società. Oltre a questo, ricordano che in questa crisi globale della civiltà
è fondamentale anche l’elemento della violazione che riguarda la libertà religiosa
o l’aumento delle restrizioni alla libertà religiosa.
D. – Dunque una
crisi planetaria. Ma la protesta degli studenti in Cile è autoctona o è legata e in
qualche modo influenzata da altre mobilitazioni, ad esempio quelle degli “indignados”
in Spagna?
R. – E’ fortemente influenzata ed anche molto legata dal
punto di vista della tematica. Infatti, è vero che gli studenti cileni in questo momento
chiedono una educazione più equa, ma chiedono e rivendicano molte delle cose che noi
abbiamo già sentito in questi mesi in Egitto, in Spagna, in Algeria, negli Stati Uniti,
in Italia e in altri Paesi. Chiedono più libertà, maggiore capacità di poter essere
protagonisti del proprio destino, meno corruzione nella politica, maggiore importanza
ai valori etici e culturali, maggiori possibilità di poter avere una vita che abbia
anche contenuti spirituali …
D. – Istanze che dalla Spagna arrivano
in Cile e, probabilmente, contageranno anche altri Paesi dell’America Latina con problematiche
simili …
R. – Sì, nel 2007, ad Aparecida – dove andò anche Benedetto
XVI – la Conferenza dei vescovi dell’America Latina pubblicò un documento nel quale
già si anticipava la questione della grave crisi educativa in diversi Paesi del mondo.
Quello che sta oggi accadendo in Cile, e che è già accaduto in altri Paesi e che con
ogni probabilità accadrà in altri Stati dell’America Latina, mette al centro l’emergenza
educativa …
D. – Anche perché la crisi dei valori, la crisi nell’educazione
è più grave, anzi anticipa, quella economica …
R. – Diceva Giovanni
Paolo II: “Le società sono quello che sono le persone”. Se le persone non hanno un’educazione
integrale, se questo non si realizza nella persona, è evidente che la società nega
il proprio futuro. I fatti di Londra dimostrano che se alle persone non viene data
un’educazione adeguata, diventano poi protagonisti di una società come quella che
abbiamo visto, dove alla protesta sociale – legittima – si aggiunge la delinquenza.
(gf)