Gli scontri in Somalia aggravano l'emergenza carestia
Grave la situazione nel Corno d’Africa. Sono più di 12 milioni le persone che vivono
al limite della sussistenza e negli ultimi 3 mesi 29 mila bambini sono morti a causa
della mancanza di cibo e acqua. Ad aggravare la situazione sono gli scontri armati
in Somalia che provocano l’aumento dei profughi e l’indigenza generata dalla carestia.
Continuano intanto gli appelli rivolti alla comunità internazionale per intensificare
gli aiuti che fino a questo momento non sembrano in grado di rispondere in modo soddisfacente
alla tragedia. Camilla Spinelli ha sentito Flavio Lotti, Coordinatore
nazionale della Tavola della pace.
R. – E’ davvero
una cosa scandalosa, insopportabile, sapere che così tante persone stanno soffrendo
a causa della mancanza di cibo. E’ davvero uno scandalo che non si stia facendo tutto
quello che si può fare per salvare la vita di queste persone.
D. – Qual
è la situazione ad oggi?
R. – Innanzitutto, continua la guerra e non
c’è nessuna iniziativa in atto per fermarla. Le Nazioni Unite stanno cercando di fare
qualcosa insieme a diverse organizzazioni della società civile internazionale, ma
purtroppo è come svuotare l’acqua con il cucchiaio. In questo caso, non c’è nemmeno
l’acqua: c’è una sete e una fame che sta bruciando insieme alle vite di queste persone
anche la nostra dignità.
D. – Secondo lei, si registra anche un colpevole
ritardo nell’aver dato l’allarme?
R. – Questa tragedia era stata annunciata
da due stagioni di pioggia che purtroppo sono andate molto male e che hanno quindi
impedito quei raccolti che avrebbero potuto aiutare queste persone a sopravvivere.
Non si è fatto nulla e ancora oggi purtroppo non si sta mobilitando il mondo.
D.
– La politica internazionale si è fatta trovare impreparata di fronte all’emergenza?
R.
– Sicuramente non si è curata di quello che stava accadendo. Stiamo spendendo centinaia
di milioni di dollari per fare la guerra in tante parti del mondo e non stiamo facendo
nulla per salvare la vita di questa gente.
D. – Quali sono i vostri
progetti futuri?
R. – La tragedia è di queste ore e non è rinviabile
a dopodomani. Nel frattempo, stiamo preparando una nuova edizione della marcia della
pace Perugia-Assisi, perché vogliamo che ci sia una grande manifestazione di protesta
contro queste enormi ingiustizie, che continuano ad uccidere nel mondo, mentre noi
restiamo semplicemente a guardare. Forse noi non abbiamo la possibilità di risolvere
questi problemi, ma abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce.(ap)