Mercati finanziari altalenanti dopo la decisione della Fed di mantenere invariati
i tassi d'interesse
Mercati finanziari ancora altalenanti, nonostante l’entusiasmo di questa mattina sulla
scia dei guadagni di Wall Street, che ieri sera ha chiuso quasi al 4%. Le Borse europee
hanno aperto tutte in positivo, con Piazza Affari che in avvio di seduta era oltre
il 2%. Nel corso della mattinata tuttavia l’euforia dei mercati europei si è attenuata
dando segnali fortemente contrastanti e con un andamento gravato dal peso dei titoli
bancari. A chiudere in netto rialzo invece sono stati gli asiatici, con Tokyo che
ha guadagnato l’1,05% e Hong Kong che ha superato il 3%. Un’iniezione di fiducia che
è arrivata in seguito alla risposta positiva delle piazze americane dopo la decisione
della Fed (Federal Reserve) di mantenere invariati i tassi d’interesse tra lo 0% e
lo 0,25%, salvo poi precisare che l’economia americana crescerà a ritmi considerevolmente
meno sostenuti di quanto previsto. All’economista Mario Deaglio, Stefano
Leszczynski ha chiesto se la misura decisa dalla Fed possa considerarsi concretamente
positiva per la ripresa economica:
R. – No.
Diciamo che è una specie di anestetico locale che va bene in maniera limitata e non
produce effetti di lungo periodo; è una confessione di impotenza della Fed che, avendo
già abbassato i tassi sostanzialmente a zero, non può più abbassarli oltre. Quindi,
la continuazione di queste condizioni instabili con una forte liquidità che si muove
da tutte le parti, crea le condizioni di nervosismo che abbiamo visto non solo negli
ultimi giorni, ma in maniera crescente negli ultimi mesi.
D. – Quindi,
anche gli effetti che sembrano benefici sui mercati europei, potrebbero essere dei
"fuochi di paglia" …
R. – Gli effetti sono stati transitori, in quanto
noi già questa mattina abbiamo avuto diverse convulsioni sui mercati europei, con
passaggi dal segno positivo al segno negativo, poi di nuovo positivo … In sostanza,
quello che prevale è l’incertezza. Bisognerebbe anche chiarire una cosa: che se noi
abbiamo una caduta del 50%, poi abbiamo un rimbalzo del 50 per cento, non torniamo
al punto di prima. Quindi, in questi rimbalzi, che sono stati osannati come l’uscita
dal tunnel, tutte le Borse si portano a livelli che sono più bassi di quelli di partenza.
D.
– Perché le Borse sono così fondamentali per l’economia reale, della vita quotidiana?
R.
– Le Borse sono fondamentali in un sistema di mercato per due motivi: in primo luogo,
perché sono uno strumento per far affluire alle imprese che sono valutate buone, il
denaro necessario per crescere. In secondo luogo, proprio la capacità di valutare:
noi abbiamo una reazione immediata a tutto quello che le imprese fanno. Quindi, questo
è uno stimolo per le imprese a non addormentarsi, a cercare di essere sempre più efficienti.
Naturalmente, i mercati hanno poi anche degli inconvenienti che sono un po’ quelli
che vediamo in questi giorni …
D. – Sembra quasi, insomma, che nessuno
badi alla solidità delle imprese ma ci siano altri fattori che influenzano questo
andamento dei mercati …
R. – Sì: quando si instaurano condizioni di
panico, allora cessa la capacità razionale dei mercati di valutare. Quindi il "passa-parola"
diventa che tutte le azioni, o tutte le attività, o tutti i titoli vengono venduti
o comprati senza riguardo alle cifre di struttura delle società ma soltanto secondo
il comune sentire in momenti di paura o di euforia.
D. – Cosa può comportare
la decisione americana di tenere i tassi vicini allo zero per altri due anni?
R.
– E’ una situazione in cui questi denari, pompati nell’economia in maniera generica,
non conducono ad una situazione di crescita, e quindi noi abbiamo una continuazione
di precarietà con una crescita relativamente bassa e – diciamo così – instabile in
cui si perdono le prospettive di lungo periodo e si vive molto alla giornata. (gf)