Giornata nera per le Borse. Male Wall street, peggio l’Europa
Una giornata inizialmente tranquilla si è trasformata nel pomeriggio in un incubo.
Così per le borse di tutta Europa crollate, tra il 2 e il 5% sulle voci di un possibile
declassamento della Francia poi smentito dall’Eliseo, che è pronto a fine mese a ridurre
ancora il deficit pubblico, e dalle Agenzie Fitch e Moody’s. A gravare sull’Europa
anche il segno negativo di Wall street che ha perso più del 4% per il timore di una
recessione, e nonostante le rassicurazioni stasera del presidente Obama
Sullo
sfondo resta la decisione negli Stati Uniti della Federal Reserve di mantenere invariati
i tassi d’interesse tra lo 0 e lo 0,25%. Stefano Leszczynski ne ha parlato
con l’economista Mario Deaglio:
R.
– Diciamo che è una specie di anestetico locale che va bene in maniera limitata
e non produce effetti di lungo periodo; è una confessione di impotenza della Fed che,
avendo già abbassato i tassi sostanzialmente a zero, non può più abbassarli oltre.
Quindi, la continuazione di queste condizioni instabili con una forte liquidità che
si muove da tutte le parti, crea le condizioni di nervosismo che abbiamo visto non
solo negli ultimi giorni, ma in maniera crescente negli ultimi mesi.
D. – Quindi,
anche gli effetti che sembrano benefici sui mercati europei, potrebbero essere dei
"fuochi di paglia" …
R. – Gli effetti sono stati transitori, in quanto noi
già questa mattina abbiamo avuto diverse convulsioni sui mercati europei, con passaggi
dal segno positivo al segno negativo, poi di nuovo positivo … In sostanza, quello
che prevale è l’incertezza. Bisognerebbe anche chiarire una cosa: che se noi abbiamo
una caduta del 50%, poi abbiamo un rimbalzo del 50 per cento, non torniamo al punto
di prima. Quindi, in questi rimbalzi, che sono stati osannati come l’uscita dal tunnel,
tutte le Borse si portano a livelli che sono più bassi di quelli di partenza.
D.
– Perché le Borse sono così fondamentali per l’economia reale, della vita quotidiana?
R.
– Le Borse sono fondamentali in un sistema di mercato per due motivi: in primo luogo,
perché sono uno strumento per far affluire alle imprese che sono valutate buone, il
denaro necessario per crescere. In secondo luogo, proprio la capacità di valutare:
noi abbiamo una reazione immediata a tutto quello che le imprese fanno. Quindi, questo
è uno stimolo per le imprese a non addormentarsi, a cercare di essere sempre più efficienti.
Naturalmente, i mercati hanno poi anche degli inconvenienti che sono un po’ quelli
che vediamo in questi giorni …
D. – Sembra quasi, insomma, che nessuno badi
alla solidità delle imprese ma ci siano altri fattori che influenzano questo andamento
dei mercati …
R. – Sì: quando si instaurano condizioni di panico, allora cessa
la capacità razionale dei mercati di valutare. Quindi il "passa-parola" diventa che
tutte le azioni, o tutte le attività, o tutti i titoli vengono venduti o comprati
senza riguardo alle cifre di struttura delle società ma soltanto secondo il comune
sentire in momenti di paura o di euforia.
D. – Cosa può comportare la decisione
americana di tenere i tassi vicini allo zero per altri due anni?
R. – E’ una
situazione in cui questi denari, pompati nell’economia in maniera generica, non conducono
ad una situazione di crescita, e quindi noi abbiamo una continuazione di precarietà
con una crescita relativamente bassa e – diciamo così – instabile in cui si perdono
le prospettive di lungo periodo e si vive molto alla giornata. (gf)