Festa di San Lorenzo. Il cardinale Bagnasco: cattolici sempre più attenti alla vita
sociale e politica
“La fede cristiana non attenta in nessun modo alla vita sociale” e “i cristiani hanno
un apporto originale e necessario da portare alla vita sociale e politica”: è quanto
ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana,
celebrando stamani a Genova la Messa per la Festa di San Lorenzo. Un martire, ha affermato
ancora il porporato, che “ricorda alla società di oggi la dignità intangibile dell’uomo”,
fondamentale per “una società giusta”. Il servizio di Isabella Piro:
Le realtà
temporali “si reggono secondo norme proprie”, ma “è nella dimensione religiosa che
l’uomo può trovare il fondamento ultimo dei riferimenti etici universali”. Dice così
il cardinale Bagnasco, ribadendo che “nel Vangelo si esprime, forte e chiaro, il richiamo
alla necessaria moralità di ogni azione personale e pubblica”. Ed è per questo, allora,
che “la fede cristiana non attenta in nessun modo alla vita sociale” ed i “cristiani
hanno apporto originale e necessario da portare alla vita sociale e politica”, ovvero
“la necessità dell’etica, il suo fondamento trascendente”, la via “dell’autentica
giustizia e del bene comune”.
In questo senso, continua il presidente
della CEI, il mondo cattolico rappresenta e dona, al Paese e alla società, “un vivaio
di valori, energie ed esperienze consolidate”, “un patrimonio che non può essere dilapidato
da nessuno”. Perché “la Chiesa non nutre aspettative mondane – dice l’arcivescovo
di Genova – né pretende privilegi per i suoi particolari interessi”. Ma “riconoscere
e poter continuare in pace” la sua storia millenaria fatta di “opere di carità e di
promozione umana”, è un atto onesto dal punto di vista intellettuale e che “appartiene
alla semplice giustizia”.
Di qui, l’invito a ricordare che le aggregazioni
laicali cattoliche, le parrocchie sono sempre “più attente alla vita sociale e politica”,
e non sono “minoranze sparute e smarrite” come vengono liquidate, a volte, “dall’agone
pubblico”. Anche perché, sottolinea il cardinale Bagnasco, “l’uomo non è un grumo
di terra, ma un grumo di cielo” e lo Stato non deve avere una visione parziale “dell’uomo-cittadino”,
bensì “deve perseguire un’azione politica coerente con la verità della persona nelle
sue esigenze fisiche e religiose”. L’uomo “non è un’isola tra le isole”, continua
il porporato, ma è un “centro dinamico di relazioni solidali” e in quanto tale “è
aperto a Dio, richiede pane e lavoro, cultura e riposo, famiglia stabile e salvaguardata,
partecipazione alla vita sociale e politica”, diritti e doveri, “nella linea non tanto
dei desideri, quanto della natura umana”.
Infine, il presidente della
CEI tratteggia un ritratto di San Lorenzo, martirizzato e ucciso ai tempi dell’imperatore
Valeriano perché si rifiutò di consegnare all’Impero quei beni della Chiesa necessari
ai poveri. Dal sangue di questo martire, dice il porporato, “nacquero nuovi cristiani
e la fede crebbe in bellezza e in forza”. E questo dimostra che “sempre, quando la
persecuzione si scatena contro la Chiesa e la fede sembra destinata a soccombere,
in realtà essa vive”. Ciò accade anche oggi, in diverse parti del mondo, in cui “i
cristiani sono perseguitati e uccisi in spregio della libertà religiosa”, anche se
essa viene “proclamata nelle carte internazionali”. Tale libertà, ribadisce il card.
Bagnasco, “è esigenza primaria della dignità dell’uomo”, “pietra angolare” dei diritti
umani. Per questo, San Lorenzo ricorda, allora come oggi, “la dignità intangibile
dell’uomo, senza la quale non esiste società giusta”.