2011-08-09 14:35:08

Gran Bretagna: morto un ragazzo negli scontri, Cameron convoca il Parlamento in sessione straordinaria


Sessione straordinaria giovedì prossimo del Parlamento britannico, con i deputati richiamati dalle vacanze e ferie cancellate anche per tutti gli agenti di Scotland Yard: sono queste le prime misure annunciate dal premier David Cameron, al termine di una riunione della commissione d'emergenza per affrontare la guerriglia che da Londra si è estesa ad altre città del Paese e che registra purtroppo oggi un morto: si tratta di un giovane di 26 anni, ferito gravemente ieri a Croydon. Il primo ministro ha condannato le azioni dei facinorosi, ha promesso che il governo farà “tutto il possibile” per riportare l'ordine e ha detto che i responsabili “sentiranno la forza piena della legge”. Il servizio di Sagida Syed:RealAudioMP3

L’Inghilterra è sotto choc per un’esplosione di violenza senza precedenti ai danni delle maggiori città del Paese. Migliaia di giovani, per lo piu’ adolescenti, per la terza notte consecutiva a Londra, e ieri anche a Birminghan, Nottingham, Manchester e Bristol hanno appiccato fuoco ad autobus, veicoli, negozi, case seminando il terrore tra la gente e saccheggiando ovunque possibile. Il premier David Cameron ha interrotto le sue vacanze in Toscana e dopo aver incontrato gli esponenti della polizia e del governo ha dichiarato che verrà fatto di tutto per affrontare l’emergenza con un ulteriore dispiego di forze dell’ordine. La polizia intanto ha fatto appello soprattutto ai genitori di controllare i movimenti dei propri figli. I giovani organizzano le loro incursioni notturne tramite messaggi telefonici e attaccano nel giro di poco tempo. Ieri notte anche alcune zone benestanti della capitale sono state passate al setaccio dai rivoltosi e ancora adesso è ben visibile la colonna di fumo che si alza da Enfield dove è stato incendiato uno stabilimento della Sony. La protesta, nata dalla reazione per l’uccisione di un giovane nel nord di Londra da parte della polizia sabato scorso, si sta estendendo e soprattutto si sta trasformando in una guerriglia urbana ai danni dei commercianti dei cittadini e delle forze dell’ordine. Oltre 450 gli arresti e sessanta i feriti.

Tra i provvedimenti straordinari annunciati da Downing Street dopo tre notti di disordini a Londra e in altre città c'è anche un massiccio invio di rinforzi per la polizia, che nella sola Londra passerà da seimila a sedicimila unità. Il governo britannico, dunque, si prepara ad affrontare con il "pugno duro" quelli che ha definito episodi di criminalità comune. Delle rivolte esplose in Gran Bretagna, Stefano Leszczynski ha parlato con Antonio Varsori, docente di Studi internazionali presso l’università di Padova ed esperto di Gran Bretagna:RealAudioMP3

R. - Non si tratta di una novità: disordini di questo tipo in Inghilterra si sono già verificati nel passato e sono il risultato di un disagio che in alcuni quartieri di Londra sicuramente è molto forte. E non dimentichiamoci inoltre il tasso di disoccupazione e la crisi economica degli ultimi due anni. Quindi, questo ci fa capire che cosa sta accadendo. Anche nel caso francese, se ben ricordiamo, la rivolta delle banlieu era partita da un episodio simile.

D. – La politica ha usato parole dure nei confronti di quello che sta capitando, tuttavia, non sarà certo con una repressione di tipo militare che potrà estinguere questo tipo di rivolta nelle città inglesi. Quale strada seguirà secondo lei il premier Cameron?

R. – In un primo momento sicuramente una posizione di fermezza, per far ritornare un minimo di ordine e poi dopo la vera questione che si porrà è come affrontare i problemi che sono presenti, che, come detto, nascono da una serie di fattori di carattere economico sociale e di difficoltà innegabile.

D. – Nell’Europa del 2011 è difficile immaginare ancora che ci siano molte capitali che hanno le stesse polveriere sociali al proprio interno. In cosa ha sbagliato fino ad oggi la politica europea?

R. – Questo è difficile dirlo, credo che ricette al momento valide nessuno le abbia. Non dimentichiamoci la componente etnica presente dietro questi fenomeni, credo che in effetti tutto questo richieda una riflessione molto attenta, molto profonda...

D. – In sostanza un fallimento di quelli che dovrebbero essere i processi di integrazione e di inclusione sociale nei sistemi economici più sviluppati dell’Europa…

R. – In parte è chiaro che questo problema esiste, è inutile nasconderlo, anche se naturalmente non è l’unico. Evidentemente, se i tassi di disoccupazione fossero più bassi, se i quartieri fossero più vivibili, probabilmente tutto questo non accadrebbe e l’integrazione potrebbe funzionare in misura maggiore. (ma)







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