Emergenza Nord Africa: L'appello del Papa e le attività della Caritas italiana
«Il mio pensiero va anche alla Libia, dove la forza delle armi non ha risolto la situazione.
Esorto gli Organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari
a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un piano di pace per il Paese,
attraverso il negoziato ed il dialogo costruttivo». Così Benedetto XVI durante l’Angelus
di domenica 7 agosto. Alle parole del Santo Padre fanno eco quelle di mons. Giovanni
Innocenzo Martinelli, vescovo di Tripoli: «Tutti devono accogliere l’appello del Papa
alla conciliazione, dai politici ai vertici della Nato, a qualsiasi istituzione che
possa avere l’autorevolezza di essere accettata dalle parti in causa. Siamo nel mese
di Ramadan e questo può facilitare a tutti la consapevolezza che le armi non sono
la soluzione». In Libia viveri e benzina scarseggiano. A Tripoli comincia a mancare
l’elettricità e diventa dunque difficile conservare i viveri che ci sono, soprattutto
adesso che è estate. Di conseguenza, i prezzi subiscono notevoli aumenti. Va avanti
comunque il lavoro della Chiesa locale grazie soprattutto alle religiose rimaste nel
Paese. A Bengasi sono presenti suore e operatori pastorali, ma restano difficili i
contatti e le comunicazioni. Intanto proseguono incessanti le attività umanitarie
– soprattutto quelle di prima emergenza – delle Caritas locali nelle aree di crisi
in Nord Africa e in Medio Oriente. Attività che si sono ulteriormente sviluppate e
organizzate, sia all’interno dei singoli Paesi sia nei punti di confine, in particolare
tra Libia e Tunisia e tra Libia ed Egitto. In tali contesti, grazie al lavoro di operatori
umanitari, competenti anche dal punto di vista legale (tutela dei diritti, inoltro
delle pratiche per l’ottenimento dello status di rifugiati, ecc.), la Caritas opera
da mesi seguendo centinaia di persone originarie soprattutto dell’Asia e dell’Africa
sub-sahariana. A metà luglio si è svolta una missione di Caritas Italiana in Tunisia
per monitorare la situazione dei profughi, coordinare e rilanciare, con la Caritas
locale, gli interventi. In particolare sono stati rafforzati i progetti di accompagnamento
e di aiuto ai profughi sub-sahariani nel campo profughi di Shousha presso Ben Garden,
e in altre località. Al confine tunisino lo staff Caritas offre un servizio di informazione
e aiuto per il rimpatrio e la cura dei casi più vulnerabili. Caritas Tunisia ha potenziato
la distribuzione di medicine e prodotti igienici che finora ha riguardato più di tremila
persone. Al confine egiziano la Caritas, in coordinamento con le autorità, distribuisce
viveri e acqua a più di 2.000 persone al giorno. Al confine con il Niger viene assicurata
assistenza a circa 4.000 persone. Caritas Italiana è in costante contatto con tutte
le Caritas del Medio Oriente e Nord Africa, monitora i bisogni della popolazione e
fornisce costante supporto e aiuti concreti.