Colombia: appello della comunità cristiana a sostegno della vita
Un appello in difesa della vita e contro l’introduzione di norme più permissive in
materia di aborto è stato firmato dai leader delle comunità cristiane colombiane.
Riferisce l’Osservatore Romano che nel comunicato, firmato tra gli altri da mons.
Juan Vicente Córdoba Villota, segretario generale della Conferenza episcopale colombiana
e vescovo ausiliare di Bucaramanga, si afferma "il proposito comune di favorire la
giustizia e la pace nella società, senza discriminazione alcuna e di promuovere efficacemente
gli autentici diritti di tutti i colombiani, specialmente delle persone più vulnerabili".
Parallelamente al documento, firmato da esponenti delle comunità cattolica, ortodossa,
anglicana, metodista ed evangelica, sono state raccolte cinque milioni di firme, al
fine di proporre un emendamento alla costituzione colombiana che espliciti il divieto
di "tutte le possibilità di aborto e di eutanasia". Un’iniziativa che si definisce
"multipartitica e multireligiosa", e che mira al "rispetto della vita”, e che "non
si pone, come alcuni sostengono, in una posizione contraria alle donne". La vita,
si legge nell’appello, "è certamente un dono di Dio, ma è anche un valore che è nel
cuore di ogni uomo e di ogni donna, credente o non credente. Questo valore è stato
sancito dall'articolo 11 della nostra Costituzione, diventando il primo dei diritti
fondamentali da tutelare". Le comunità religiose "lavorano stabilmente in favore delle
donne colombiane, per la loro dignità e i loro diritti”, e “l'aborto non è un diritto
o una conquista sociale, ma è il fallimento definitivo delle politiche pubbliche a
favore delle donne e della famiglia". "Abbiamo chiesto per le donne”, si legge ancora,
“il sostegno sociale per affrontare la povertà e la mancanza di opportunità di integrazione
sociale: situazioni che le inducono ad abortire". In Colombia, oltre 30 milioni di
persone vivono in povertà e ogni anno avvengono oltre 400 mila aborti, specialmente
tra le minorenni. L'appello dei leader cristiani si conclude con un invito "a tutte
quelle donne che, per vari motivi, stanno prendendo in considerazione l'interruzione
volontaria della gravidanza”, di cercare sostegno “nelle nostre comunità, dove possono
trovare aiuto spirituale, affetto e sostegno". La Conferenza episcopale colombiana
ha poi invitato il Ministero della Protezione Sociale a promuovere campagne volte
"ad aiutare le donne ad affrontare in modo più positivo la gravidanza, senza sacrificare
la nuova vita che si genera nel loro grembo". “La tutela della vita”, aggiungono i
vescovi "è il test di ogni democrazia, è la sua prova del fuoco. Una persona democratica
deve essere il maggiore e più entusiasta difensore di quanti non possono difendere
se stessi, delle persone più deboli, sia che si tratti della donna vittima di abusi
che del bambino non nato, ma non dell'una contro l'altro". (M.R.)