Comunità di Taizé, preghiera per le vittime in Norvegia e per la siccità in Africa
La compassione e la solidarietà sono le risposte all’eterna domanda sul perché della
sofferenza umana e l’auspicio è che si trovino nella vita di ognuno: questa la preghiera
della meditazione settimanale che nei giorni scorsi il priore di Taizé, fratel Alois,
ha dedicato alle vittime della strage in Norvegia e alle loro famiglie, ma anche alle
popolazioni del Corno d’Africa afflitte dalla peggiore carestia degli ultimi 60 anni.
“Dov’è Dio? – è la domanda che attraversa la storia umana e che fratel Alois ripropone
– lo stesso Gesù non ha dato una spiegazione, ma ha condiviso tale interrogativo con
noi fino all’ultimo soffio della sua vita sulla Terra”. “Gesù ha detto chiaramente
che Dio non vuole la sofferenza – ha aggiunto – fino alla fine Egli ha amato e ha
conservato la fiducia che Dio è più grande del male e che la morte non avrà l’ultima
parola”. Nella meditazione con tutti i giovani che da ogni parte del mondo sono giunti
a Taizé per trascorrere un periodo di preghiera e di riflessione, fratel Alois ricorda
le “tante situazioni che richiedono una guarigione, lontano o vicino a noi”. La raccomandazione
- riporta L’Osservatore Romano - è di “stare vicino alle persone che soffrono, andare
loro incontro ed esprimere compassione per donare sollievo come Gesù fece con i sofferenti
e i più poveri”. Per commemorare le vittime degli attacchi in Norvegia, dove la maggior
parte della popolazione è luterana, è stato invitato a unirsi in preghiera con la
comunità il segretario generale della Federazione luterana mondiale, Martin Junge,
in visita a Taizé. Infine, come segno di solidarietà con le popolazioni che nel mondo
soffrono la fame, la comunità ha deciso di consumare in silenzio tutti i pasti della
scorsa settimana. (R.B.)