Caritas Colombia: terra e dignità per le vittime del conflitto
Il quinto Congresso nazionale di riconciliazione, organizzato dal 10 al 12 agosto
a Bogotá dal Segretariato di pastorale sociale della Caritas colombiana, ha assunto
una particolare importanza dopo la promulgazione, il 10 giugno scorso, della legge
sulle misure di tutela, assistenza e riparazione integrale delle vittime del conflitto
armato interno. Un atto storico — svoltosi alla presenza del presidente e capo del
Governo, Juan Manuel Santos, e del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon
— con il quale lo Stato colombiano si è impegnato, anche se con anni di ritardo, a
pagare il suo debito morale e un risarcimento economico, ammettendo, di fatto, l’esistenza
del grave conflitto interno alla nazione sudamericana. Con il prossimo Congresso nazionale
di riconciliazione, intitolato “Su dignidad, su esperanza, su lugar-Reparación integral
y restitución de tierras” e al quale interverranno delegati da quasi tutte le settantasei
giurisdizioni ecclesiastiche del Paese, la Chiesa si pone l’obiettivo generale di
creare uno spazio di analisi e di riflessione sul riconoscimento delle vittime come
attori sociali e politici in grado, forti della propria dignità, di contribuire alla
riconciliazione nazionale e alla ricerca di una pace duratura in Colombia. Tre gli
argomenti centrali dell’incontro: la riparazione integrale, opportunità di riconciliazione
attraverso il riconoscimento della dignità delle vittime; la “giustizia di transizione”,
cammino da percorrere per garantire la partecipazione delle vittime alla costruzione
della pace; la restituzione delle terre, condizione essenziale per la trasformazione
sociale che conduca alla riconciliazione nazionale. Sarà lo stesso arcivescovo di
Bogotá, Rubén Salazar Gómez, presidente della Conferenza episcopale colombiana, ad
aprire mercoledì 10 il congresso, la cui presentazione generale è affidata a monsignor
Héctor Fabio Henao Gavíria, direttore del Segretariato nazionale di pastorale sociale.
Interverranno, tra gli altri, rappresentanti delle istituzioni e di organizzazioni
internazionali, della società civile e di associazioni delle vittime, oltre naturalmente
agli operatori ecclesiali impegnati nella pastorale di riferimento e nelle commissioni
diocesane di vita, giustizia e pace. Il Paese sudamericano – ricorda l’Osservatore
Romano - è alle prese da decenni con la piaga del narcotraffico, a cui è strettamente
legata la guerriglia condotta dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia e dall’Esercito
di liberazione nazionale, contro i quali, negli ultimi tempi, lo Stato ha ottenuto
importanti successi. Il conflitto armato, cominciato circa mezzo secolo fa, ha provocato
centinaia di migliaia tra morti, feriti e desaparecidos, oltre a sei milioni di sfollati.
(A.L.)