Tripoli rivendica il lancio di un missile contro nave italiana. Frattini: propaganda
Ancora polemiche intorno al missile partito dalla Libia contro una nave italiana.
Il portavoce del governo di Tripoli ha rivendicato l'attacco, ma i ministri italiani
degli Esteri Frattini e della Difesa La Russa parlano di propaganda. Il servizio di
Salvatore Sabatino:
"Abbiamo
sorprendenti capacità che non abbiamo ritenuto necessario usare". Parola di Moussa
Ibrahim, portavoce del governo di Gheddafi, che questa mattina ha rivendicato il lancio
del missile contro la nave italiana “Bersagliere”. Episodio, questo, riferito ieri
da ministro della Difesa La Russa, il quale aveva sottolineato che l’imbarcazione
non era il vero obiettivo; questa mattina, poi, l’ulteriore dichiarazione di La Russa;
“Prendo atto di quello che dice il governo libico – ha sottolineato - ma in ogni caso
le loro parole appaiono, in tutta evidenza, mera propaganda”. Della stessa opinione
il ministro degli Esteri Frattini, che si dice “non preoccupato” per quanto accaduto.
Ma intanto montano le polemiche su un altro episodio: gli incontri, svoltisi proprio
in Italia, tra i rappresentanti di Muammar Gheddafi e Abdel Younis, ex ministro dell'Interno
di Tripoli poi divenuto il comandante militare dei ribelli e assassinato a Bengasi
in circostanze ancora da chiarire. A rivelarlo il figlio di Muammar Gheddafi, Saif
al Islam, in un’intervista esclusiva al "New York Times". E proprio dagli Stati Uniti
giunge la notizia che il Dipartimento di Stato americano ha firmato un ordine volto
a definire la consegna dell'ambasciata libica a Washington al Consiglio nazionale
transitorio di Bengasi. Lo riferisce la Cnn, citando funzionari governativi. Si tratta
dell’ultimo atto formale del riconoscimento dei ribelli come interlocutori ufficiali.