2011-08-04 07:37:58

Stati Uniti. La Chiesa contro la nuova legge anti-immigrazione in Alabama


Dopo l’Arizona, la Georgia, lo Utah e l’Indiana, anche l’Alabama ha adottato una nuova legge che introduce un giro di vite contro l’immigrazione clandestina. La Hb56 - questo il nome del provvedimento che entrerà in vigore il primo settembre - è ad oggi una delle leggi anti-immigrazione più severe degli Stati Uniti. Come l’analoga legge varata in Arizona l’anno scorso, autorizza la polizia a fermare immigrati sospetti e ad arrestarli se non riescono a dimostrare la regolarità della loro posizione. Ma l’Alabama è andata oltre: con la Hb56, infatti, gli istituti scolastici dovranno verificare lo status dei propri alunni prima di iniziare l’anno e le imprese potranno assumere un immigrato solo dopo averne verificato la regolarità. L’imprenditore che non ottemperi a questo obbligo sarà perseguibile penalmente. Contro la legge – riferisce l’agenzia Cns - si stanno mobilitando le Chiese cristiane dello Stato che insieme all’Amministrazione Obama e a diverse organizzazioni per i diritti umani hanno fatto ricorso per bloccare la sua applicazione. In una lettera ai fedeli l’arcivescovo di Mobile, Thomas J. Rodi, ammonisce che il provvedimento “renderà illegale anche la pratica della nostra fede cristiana”. Un sacerdote cattolico non potrà infatti “battezzare, confessare, amministrare l’estrema unzione e predicare a immigrati o incoraggiarli a partecipare alle Messe”. Secondo il presule si tratta quindi di un attacco contro l’essenza stessa dell’essere cristiani. “Non spetta alla Chiesa – scrive - stabilire chi può entrare nel Paese, ma una volta che gli immigrati sono tra di noi essa ha l’obbligo morale, intrinseco nella pratica della sua fede, di comportarsi come Cristo ha fatto con tutti”. Secondo le stime del Pew Hipanic Center sarebbero circa 120mila gli immigrati irregolari in Alabama. Molti si stanno preparando ad uscire dallo Stato prima dell’entrata in vigore del provvedimento. (A cura di Lisa Zengarini)







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