Siria: Assad vara il multipartitismo. Nuova strage ad Hama. Ban Ki-moon: "rivoltante"
Il presidente Assad ha firmato oggi il decreto che apre al multipartitismo, dopo la
condanna internazionale per la repressione e l’appello dell’Onu. Intanto circa 30
persone sono rimaste uccise ieri in un bombardamento dell'esercito siriano contro
la città di Hama. E, secondo l’osservatorio per i diritti umani in Siria, in altre
città della Siria ieri sera le forze di sicurezza hanno sparato dopo la preghiera
serale che segna la fine della giornata di digiuno nel mese del Ramadan. Il servizio
di Fausta Speranza:
Il governo
di Damasco aveva adottato a fine luglio un disegno di legge che autorizzava il multipartitismo:
il decreto presidenziale di oggi rende la misura applicabile immediatamente, senza
attendere un voto parlamentare. Significherebbe la fine del monopolio del partito
Baath al potere, una delle principali richieste dell'opposizione siriana e della comunità
internazionale al regime di Damasco. Ma c’è da dire che la prima reazione a livello
internazionale è quella del ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, che definisce
il decreto promulgato da Assad “quasi una provocazione”. Ieri, dopo una maratona negoziale
di diversi giorni il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha lanciato un appello "per la
fine immediata di tutte le violenze” in Siria, chiedendo a “tutte le parti di agire
con la massima moderazione”. Tecnicamente i Quindici si sono espressi all'unanimità,
ma la delegazione libanese, subito dopo l'adozione del testo, si è dissociata per
non irritare Damasco, con cui Beirut ha ancora stretti legami, nonostante la Siria
abbia ritirato ormai da sei anni i militari che per due decenni ha mantenuto su gran
parte del territorio libanese. Da parte sua il segretario generale dell'Onu Ban ki-moon
ha chiesto al presidente siriano di fermare la violenza, attuare le riforme promesse
e permettere alle organizzazioni umanitarie di recarsi nel Paese. Un appello fatto
definendo “oltremodo rivoltante” la violenza con cui il regime siriano reprime le
proteste. E promettendo che saranno mobilitate tutte le agenzie delle Nazioni Unite,
e contattate le organizzazioni non governative, per raccogliere informazioni e monitorare
la situazione”.