Inghilterra: cresce la fiducia negli organismi creati dalla Chiesa per la tutela dei
minori
Cresce la fiducia negli organismi creati dalla Chiesa in Inghilterra e Galles per
prevenire e perseguire eventuali episodi di abusi sessuali commessi dal clero. Il
numero delle persone che hanno presentato denunce è infatti più che duplicato, come
ha annunciato la baronessa Patricia Scotland, presidente della National Catholic Safeguarding
Commission (Ncsc), l'organizzazione istituita appunto dalla Conferenza episcopale
della Chiesa d'Inghilterra e del Galles, nella recente conferenza stampa per la presentazione
del Rapporto annuale 2010-2011. Nel corso della presentazione del documento - riferisce
L'Osservatore Romano - la baronessa ha sottolineato che le denunce presentate dai
fedeli nel 2010 sono ottantatré. L'anno precedente erano state quaranta. Secondo la
responsabile del Ncsc, per i membri della commissione l'aumento è derivato dall'aperto
e sincero approccio al problema che Benedetto XVI ha mostrato quando, nel corso della
sua visita apostolica nel Regno Unito, ha incontrato in diverse occasioni alcune delle
vittime degli abusi. Per la baronessa Scotland "il nostro Papa Benedetto ha avuto
l'opportunità di ascoltare e di aprire un dialogo. Questo atteggiamento è particolarmente
piaciuto ai nostri fedeli che lo hanno recepito in modo palpabile e genuino". Sempre
in riferimento alla recente visita apostolica di Benedetto XVI, la presidente dell'Ncsc
ha affermato che il Papa ha mostrato una grande autorevolezza e un forte sentimento
di umanità nella cura pastorale dei fedeli. Molti di loro hanno colto questa sensibilità
e ora ritengono che la Chiesa è pronta a dare ogni supporto necessario per affrontare
con maggiore serenità il tema degli abusi. "Questo rinnovato sentimento di fiducia
- ha sottolineato la baronessa - è particolarmente necessario all'attività dell'Ncsc
che lavora per dare alle vittime degli abusi un contesto di sicurezza necessario per
farli uscire dal loro senso d'isolamento". Illustrando i risultati del rapporto, la
direttrice dell'organizzazione ha affermato che "si sono registrati molti sviluppi
positivi nell'ambito della sicurezza per la missione evangelizzatrice della Chiesa
d'Inghilterra e del Galles". "Tuttavia - ha aggiunto - siamo tutti consapevoli che
non dobbiamo cedere all'autocompiacimento perché ancora molto lavoro resta da fare".
Durante l'anno passato, la Commissione ha lavorato su tre priorità strategiche: sviluppare
una comunicazione più appropriata verso le vittime; controllare le procedure di maggiore
sicurezza per mezzo di un sistema di rilevamento nazionale; organizzare la Conferenza
sulla sicurezza che si è tenuta a Roma lo scorso giugno con la partecipazione dei
cattolici di area anglofona. Nella riunione avvenuta nei giorni scorsi la presidente
dell'Ncsc ha affermato che gli attuali sistemi di selezione e di sicurezza ora in
uso nei seminari sono decisamente migliori rispetto a quelli del passato. La baronessa
Scotland ha sottolineato che secondo i risultati del rapporto "più dell'83 per cento
dei casi di abuso sono stati registrati nel periodo antecedente agli anni Settanta".
Nella relazione presentata dalla responsabile della Commissione si afferma che c'è
ancora un forte bisogno di rendere maggiormente consapevoli i membri della Chiesa
su come affrontare e considerare i casi di abuso nel più vasto ambito sociale. Riferendosi
all'incontro di Roma dello scorso giugno, la baronessa Scotland ha sottolineato che
"molti vescovi sono rimasti profondamente colpiti quando sono state illustrate le
cifre degli abusi nell'ambito sociale che includevano anche quelle dei casi di violenza
domestica". Sulla violenza che avviene nell'ambiente della casa, nel rapporto si afferma
che "essa non può essere tollerata perché la dignità di ciascuna persona è radicata
nella natura stessa dell'individuo. Per i credenti, ogni essere umano è creato a immagine
e somiglianza di Dio. Questa immagine e somiglianza deve perciò essere rispettata
e salvaguardata anche sulla base di una convinzione religiosa".