Aumentano nel mondo le esecuzioni capitali ma anche i Paesi abolizionisti
Aumenta nel mondo il numero di esecuzioni capitali, 5.837 nel 2010 a fronte delle
5.741 del 2009. Tuttavia diminuiscono i Paesi che mantengono la pena di morte: nel
2010 sono scesi a 42 dai 45 dell’anno precedente. E’ quanto emerge dal rapporto annuale
di “Nessuno tocchi Caino”, presentato oggi a Roma. Il triste primato spetta ancora
una volta alla Cina, dove l'anno scorso si stima siano avvenute circa 5.000 esecuzioni,
l'85,6% del totale mondiale. Segue l’Iran, dove il ricorso alla pena di morte è in
continua crescita: sono state almeno 546 le persone uccise nel 2010, un andamento
triplicato nella prima metà del 2011, così come avviene in Corea del Nord, che con
60 esecuzioni è il terzo Paese per numero di condanne a morte. Le esecuzioni invece
diminuiscono negli Stati Uniti e in Giappone. D'altra parte, continua ad aumentare
di anno in anno il ricorso alla pena di morte in applicazione della sharia, la legge
islamica: nel 2010, sono state almeno 714 le esecuzioni, contro le almeno 658 del
2009 e le circa 585 dell'anno precedente, effettuate in 13 Paesi a maggioranza musulmana,
molte delle quali ordinate da tribunali religiosi ed eseguite attraverso impiccagione,
decapitazione e fucilazione. In Iran, Nigeria e Pakistan sono state emesse condanne
a morte tramite lapidazione, ma non risulta siano state eseguite, mentre esecuzioni
di questo tipo sono state effettuate senza regolari processi in Somalia, Afghanistan
e Pakistan. L'impiccagione, spesso in pubblico, è il metodo più diffuso. Particolarmente
crudele la versione iraniana che avviene di solito tramite gru o piattaforme più basse
per assicurare una morte più lenta e dolorosa. La decapitazione è invece esclusiva
dell'Arabia Saudita. Nel 2010 ci sono state 27 esecuzioni, meno della metà di quelle
del 2009 (almeno 69), ma nel 2011 le decapitazioni sono aumentate in maniera significativa
(34 al 25 luglio). Nel 2010 e nei primi sei mesi del 2011, otto Paesi hanno ripreso
le esecuzioni capitali: Autorità Nazionale Palestinese (5), Bahrein (1), Bielorussia
(2), Guinea Equatoriale (4), Somalia (almeno 8) e Taiwan (4) nel 2010; Afghanistan
(2) ed Emirati Arabi Uniti (1) nel 2011. Alcuni di questi Stati, spiega il Rapporto,
lo hanno fatto dopo molti anni di sospensione. Negli Stati Uniti, nel giugno 2010,
lo Utah ha compiuto la prima esecuzione dal 1999 e, nel settembre 2010, lo Stato di
Washington ha effettuato la prima esecuzione dal 2001. In Europa solo la Bielorussia
prevede la pena di morte. La Russia si è impegnata ad abolirla in quanto membro del
Consiglio d'Europa e dal 1996 rispetta una moratoria legale delle esecuzioni. “Nessuno
tocchi Caino” ha premiato Tsakhia Elbegdorj, presidente della Mongolia, come "l'abolizionista
dell'anno". Infatti, il capo di Stato mongolo il 14 gennaio 2010 ha introdotto una
moratoria delle esecuzioni e undici mesi più tardi, il 21 dicembre 2010, la Mongolia
per la prima volta ha votato a favore della risoluzione per una moratoria universale
sull'uso della pena di morte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.