In Nepal aumenta il numero delle conversioni al cristianesimo
Fiorisce la comunità cristiana in Nepal, dove aumentano le conversioni e i battesimi
degli adulti che vengono celebrati nel corso di cerimonie pubbliche. Il Nepal, infatti,
dopo la caduta della monarchia, è diventato uno Stato laico, ma ora una parte della
classe dirigente vorrebbe reintrodurre l’induismo come religione di Stato, come accadeva
prima del 1990, per porre un freno al dilagare delle conversioni. “Quando sono arrivato
per la prima volta in Nepal, nel 1976, c’erano solo tre laici, tutti stranieri, che
partecipavano alla Messa domenicale – è la testimonianza rilasciata ad AsiaNews del
superiore regionale dei Gesuiti, padre Lawrence Maniyar – oggi, dopo 60 anni di presenza
della Chiesa, ci sono circa ottomila cattolici”. La Chiesa cattolica, attraverso le
missioni gesuite, ha fatto il suo ingresso in Nepal nel 1951 su invito del governo
allora in carica, con il compito di educare i giovani e assistere i bisognosi, tanto
che oggi le scuole gestite dai Gesuiti sono tra le più richieste. Oltre alle scuole,
la Compagnia di Gesù in Nepal gestisce quattro parrocchie, tre centri sociali per
orfani, tossicodipendenti e non vedenti, una scuola speciale per disabili e otto cliniche
mobili, che riesce a tenere in piedi con il lavoro di soli 25 tra padri e fratelli
e l’aiuto di suore e laici. “Nella difficoltà siamo veri discepoli di Cristo e abbiamo
la possibilità di essere reali testimoni del Vangelo – ha concluso padre Maniyar –
in altri Paesi la situazione è di gran lunga peggiore”. (R.B.)