Sud Africa: Al via il 4 agosto a Durban la XX Conferenza mondiale dei metodisti
Sta per iniziare a Durban la ventesima Conferenza mondiale Fedeli metodisti in soccorso
dell’Africa
«Jesus Christ: for the healing of the nations» è il tema della
XX Conferenza mondiale dei metodisti, che si terrà a Durban, in Sud Africa, dal 4
all’8 agosto. Nel corso dell’incontro, migliaia di delegati delle comunità metodiste
saranno chiamati ad approfondire la centralità di Gesù Cristo nel cammino di riconciliazione
e di pacificazione tra le nazioni che per i metodisti deve iniziare con il coinvolgimento
delle comunità locali. La XX Conferenza mondiale prevede conferenze pubbliche, riflessioni
teologiche, lavoro di gruppo, momenti di preghiera, lettura comune della Bibbia, incontro
con esperienze locali in un percorso di confronto tra le tante voci che animano la
comunità metodista, fortemente impegnate nella costruzione dell’unità dei cristiani
tanto che nel programma della Conferenza trovano spazio anche relatori di altre confessioni
cristiane, oltre che spazi di riflessione su come i metodisti possano contribuire
a superare le divisioni tra le le comunità con una testimonianza comune per una missione
evangelizzatrice, fondata sulla Scrittura. Il programma comprende l’approfondimento
di una serie di temi sui quali i metodisti hanno sviluppato una molteplicità di iniziative,
sia a livello mondiale che locale, proprio per rafforzare il loro impegno a testimoniare
la volontà dei cristiani a cambiare il mondo. Per questo si discuterà dei cambiamenti
climatici e delle proposte per incidere su questi cambiamenti in modo da vivere la
salvaguardia del creato come un impegno, sempre più ecumenico, in grado di fermare
lo sfruttamento delle risorse, riducendo anche le sperequazioni sociali a livello
mondiale. Un altro tema in discussione è la lotta alle ingiustizie, con particolare
attenzione alla rimozione di ogni forma di discriminazione, in profonda sintonia con
quanto è stato fatto per un decennio dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, che, nella
recente conferenza di Kingston, in Giamaica, ha confermato che la pace si costruisce
partendo dalla rimozione di ogni tipo di violenza e per questo i cristiani devono
spendersi con un costante e rinnovato impegno. Anche la situazione dei cristiani
in Medio Oriente sarà all’ordine del giorno della Conferenza, soprattutto sotto la
spinta delle comunità statunitensi, che da tempo hanno posto l’accento non solo sui
percorsi che devono essere immaginati per la pace in quella regione, ma anche sulle
difficoltà nelle quali si trovano oggi i cristiani della regione, in alcuni casi costretti,
come sta accadendo soprattutto in Iraq, ad abbandonare i luoghi dove hanno vissuto
la fede in Gesù Cristo per secoli. Questo tema è strettamente connesso con la riflessione
sullo stato del dialogo ecumenico, che verrà affrontato a partire dalle iniziative
ecumeniche, con una valutazione di quanto abbia realmente influito in questo dialogo
l’accordo raggiunto con la Chiesa cattolica e con la Federazione mondiale luterana
sulla giustificazione, che fu uno degli argomenti principali dell’ultima Conferenza
mondiale dei Metodisti, in Corea, nel 2006. La scelta di tenere la Conferenza in
Africa costituisce un altro tema di discussione; infatti questa è stata anche determinata
da una parte dal desiderio di far conoscere sempre meglio la spiritualità africana
che, anche a causa dei processi migratori in atto in questi ultimi anni, è diventata
sempre più familiare a molti metodisti, ponendo al tempo stesso nuove domande su come
far convivere tradizioni e spiritualità in una stessa comunità locale. Dall’altra
parte la scelta dell’Africa, in particolare del Sud Africa, risponde alla volontà
di riaffermare l’impegno dei metodisti nella lotta contro l’Aids, che rappresenta
una ferita aperta per il presente e una triste ipoteca per il futuro dell’Africa.
Anche per questo sono stati organizzati degli incontri con comunità locali, nelle
quali la lotta all’Aids costituisce l’impegno prioritario, con una dimensione ecumenica,
che mostra i cristiani già uniti nell’accoglienza delle sofferenze, che generano emarginazione.
L’attenzione alla realtà sudafricana, e più in generale per l’Africa, costituisce
uno degli elementi centrali della Conferenza, tanto che a tutti i partecipanti è stato
chiesto, tra i gesti di condivisione, di portare dai propri Paesi materiale didattico
per fornire ai giovani studenti quanto è necessario per una prima scolarizzazione,
mentre uno spazio verrà dedicato al programma «Fermiamo la fame ora». Per offrire
un ulteriore gesto di comunione e di condivisione con la realtà sudafricana è prevista
la partecipazione dei delegati a una marcia, domenica 7 agosto, nelle strade di Durban.
Su questi temi prenderanno la parola, tra gli altri, il pastore metodista sudafricano
Mvune Dandala, a lungo segretario generale della Conferenza delle Chiese Cristiane
dell’Africa, che terrà l’orazione iniziale, l’arcivescovo melchita Elias Chacour,
il pastore Martin Atkins, segretario generale della Chiesa metodista di Gran Bretagna,
il pastore Joy Morre, direttore del Black Church Studies alla Duke Divinity School,
e Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra.
La Conferenza è una tappa fondamentale nella vita delle comunità metodiste, che
rappresentano una delle famiglie più numerose nel mondo riformato, con oltre ottanta
milioni di membri, tanto più che essa è occasione di una serie di incontri di metodisti,
in un anno come questo, nel quale i metodisti hanno ricordato, con particolare solennità,
il quattrocentesimo anniversario della pubblicazione dell’edizione della traduzione
inglese della Bibbia, la cosiddetta King James Bible. A Durban, oltre al seminario
per i giovani metodisti, tenuto nei giorni 29 -31 luglio, e alla riunione della Federazione
mondiale delle donne metodiste, dal 10 al 15 agosto, i metodisti hanno in programma
l’incontro del Consiglio metodista mondiale (Wmc), che è un organo di oltre cinquecento
membri in rappresentanza delle comunità metodiste, presenti in centotrentadue Paesi
del mondo. Il Consiglio, che ha alle spalle una lunga storia, dal momento che la sua
prima riunione si è svolta a Londra nel 1881, tiene dal 1951 i suoi incontri non più
ogni dieci anni ma ogni cinque anni, come la Conferenza, per promuovere la consultazione
a livello internazionale tra i metodisti, anche grazie al ricorso di alcune commissioni,
che affrontano le questioni relative alla teologia metodista, alla missione, all’educazione,
al ruolo dei laici, ai giovani, alla promozione di attività editoriali, ai rapporti
con le istituzioni internazionali e al dialogo ecumenico. «Si tratta — ha ricordato
George Freeman, segretario generale del Consiglio metodista mondiale — di offrire
aiuto per sostenere i percorsi educativi, per condividere idee e risorse per il ministero,
per provvedere a una comune testimonianza per riaffermare la vocazione di discepoli
di Cristo». (RICCARDO BURIGANA, L’Osservatore Romano)