2011-08-02 11:43:40

Sud Africa: Al via il 4 agosto a Durban la XX Conferenza mondiale dei metodisti


Sta per iniziare a Durban la ventesima Conferenza mondiale Fedeli metodisti in soccorso dell’Africa

«Jesus Christ: for the healing of the nations» è il tema della XX Conferenza mondiale dei metodisti, che si terrà a Durban, in Sud Africa, dal 4 all’8 agosto. Nel corso dell’incontro, migliaia di delegati delle comunità metodiste saranno chiamati ad approfondire la centralità di Gesù Cristo nel cammino di riconciliazione e di pacificazione tra le nazioni che per i metodisti deve iniziare con il coinvolgimento delle comunità locali. La XX Conferenza mondiale prevede conferenze pubbliche, riflessioni teologiche, lavoro di gruppo, momenti di preghiera, lettura comune della Bibbia, incontro con esperienze locali in un percorso di confronto tra le tante voci che animano la comunità metodista, fortemente impegnate nella costruzione dell’unità dei cristiani tanto che nel programma della Conferenza trovano spazio anche relatori di altre confessioni cristiane, oltre che spazi di riflessione su come i metodisti possano contribuire a superare le divisioni tra le le comunità con una testimonianza comune per una missione evangelizzatrice, fondata sulla Scrittura.
Il programma comprende l’approfondimento di una serie di temi sui quali i metodisti hanno sviluppato una molteplicità di iniziative, sia a livello mondiale che locale, proprio per rafforzare il loro impegno a testimoniare la volontà dei cristiani a cambiare il mondo. Per questo si discuterà dei cambiamenti climatici e delle proposte per incidere su questi cambiamenti in modo da vivere la salvaguardia del creato come un impegno, sempre più ecumenico, in grado di fermare lo sfruttamento delle risorse, riducendo anche le sperequazioni sociali a livello mondiale.
Un altro tema in discussione è la lotta alle ingiustizie, con particolare attenzione alla rimozione di ogni forma di discriminazione, in profonda sintonia con quanto è stato fatto per un decennio dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, che, nella recente conferenza di Kingston, in Giamaica, ha confermato che la pace si costruisce partendo dalla rimozione di ogni tipo di violenza e per questo i cristiani devono spendersi con un costante e rinnovato impegno.
Anche la situazione dei cristiani in Medio Oriente sarà all’ordine del giorno della Conferenza, soprattutto sotto la spinta delle comunità statunitensi, che da tempo hanno posto l’accento non solo sui percorsi che devono essere immaginati per la pace in quella regione, ma anche sulle difficoltà nelle quali si trovano oggi i cristiani della regione, in alcuni casi costretti, come sta accadendo soprattutto in Iraq, ad abbandonare i luoghi dove hanno vissuto la fede in Gesù Cristo per secoli.
Questo tema è strettamente connesso con la riflessione sullo stato del dialogo ecumenico, che verrà affrontato a partire dalle iniziative ecumeniche, con una valutazione di quanto abbia realmente influito in questo dialogo l’accordo raggiunto con la Chiesa cattolica e con la Federazione mondiale luterana sulla giustificazione, che fu uno degli argomenti principali dell’ultima Conferenza mondiale dei Metodisti, in Corea, nel 2006.
La scelta di tenere la Conferenza in Africa costituisce un altro tema di discussione; infatti questa è stata anche determinata da una parte dal desiderio di far conoscere sempre meglio la spiritualità africana che, anche a causa dei processi migratori in atto in questi ultimi anni, è diventata sempre più familiare a molti metodisti, ponendo al tempo stesso nuove domande su come far convivere tradizioni e spiritualità in una stessa comunità locale.
Dall’altra parte la scelta dell’Africa, in particolare del Sud Africa, risponde alla volontà di riaffermare l’impegno dei metodisti nella lotta contro l’Aids, che rappresenta una ferita aperta per il presente e una triste ipoteca per il futuro dell’Africa. Anche per questo sono stati organizzati degli incontri con comunità locali, nelle quali la lotta all’Aids costituisce l’impegno prioritario, con una dimensione ecumenica, che mostra i cristiani già uniti nell’accoglienza delle sofferenze, che generano emarginazione. L’attenzione alla realtà sudafricana, e più in generale per l’Africa, costituisce uno degli elementi centrali della Conferenza, tanto che a tutti i partecipanti è stato chiesto, tra i gesti di condivisione, di portare dai propri Paesi materiale didattico per fornire ai giovani studenti quanto è necessario per una prima scolarizzazione, mentre uno spazio verrà dedicato al programma «Fermiamo la fame ora».
Per offrire un ulteriore gesto di comunione e di condivisione con la realtà sudafricana è prevista la partecipazione dei delegati a una marcia, domenica 7 agosto, nelle strade di Durban. Su questi temi prenderanno la parola, tra gli altri, il pastore metodista sudafricano Mvune Dandala, a lungo segretario generale della Conferenza delle Chiese Cristiane dell’Africa, che terrà l’orazione iniziale, l’arcivescovo melchita Elias Chacour, il pastore Martin Atkins, segretario generale della Chiesa metodista di Gran Bretagna, il pastore Joy Morre, direttore del Black Church Studies alla Duke Divinity School, e Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra.
La Conferenza è una tappa fondamentale nella vita delle comunità metodiste, che rappresentano una delle famiglie più numerose nel mondo riformato, con oltre ottanta milioni di membri, tanto più che essa è occasione di una serie di incontri di metodisti, in un anno come questo, nel quale i metodisti hanno ricordato, con particolare solennità, il quattrocentesimo anniversario della pubblicazione dell’edizione della traduzione inglese della Bibbia, la cosiddetta King James Bible.
A Durban, oltre al seminario per i giovani metodisti, tenuto nei giorni 29 -31 luglio, e alla riunione della Federazione mondiale delle donne metodiste, dal 10 al 15 agosto, i metodisti hanno in programma l’incontro del Consiglio metodista mondiale (Wmc), che è un organo di oltre cinquecento membri in rappresentanza delle comunità metodiste, presenti in centotrentadue Paesi del mondo. Il Consiglio, che ha alle spalle una lunga storia, dal momento che la sua prima riunione si è svolta a Londra nel 1881, tiene dal 1951 i suoi incontri non più ogni dieci anni ma ogni cinque anni, come la Conferenza, per promuovere la consultazione a livello internazionale tra i metodisti, anche grazie al ricorso di alcune commissioni, che affrontano le questioni relative alla teologia metodista, alla missione, all’educazione, al ruolo dei laici, ai giovani, alla promozione di attività editoriali, ai rapporti con le istituzioni internazionali e al dialogo ecumenico. «Si tratta — ha ricordato George Freeman, segretario generale del Consiglio metodista mondiale — di offrire aiuto per sostenere i percorsi educativi, per condividere idee e risorse per il ministero, per provvedere a una comune testimonianza per riaffermare la vocazione di discepoli di Cristo».
(RICCARDO BURIGANA, L’Osservatore Romano)







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