2011-08-02 15:56:32

Immigrazione: alta tensione nel centro d'accoglienza di Crotone, nel sud Italia


“Una tragedia di questo tipo non si era mai vista”: così, Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati, sulla morte dei 25 immigrati rimasti soffocati durante la traversata dalla Libia verso l’isola siciliana di Lampedusa. 271 le persone che erano a bordo dell’imbarcazione dove ci sarebbero stati episodi di violenza. Mentre si cercano gli scafisti, in queste ore sono cominciate le operazioni di trasbordo di 19 salme che saranno sepolte nei cimiteri di alcuni comuni della provincia di Agrigento, 6 rimarranno a Lampedusa. Intanto è ancora alta la tensione nei centri d'accoglienza di Bari e Crotone dove ieri si sono verificati scontri con le Forze dell'ordine. Nell’intervista di Massimiliano Menichetti la stessa Laura Boldrini: RealAudioMP3

R. – Questa ennesima tragedia ci porta di fronte a qualcosa che non avevamo mai vissuto prima. Non era mai accaduto che 25 persone morissero perché stipate dentro una stiva e perché sopra, sul ponte, non c’era spazio fisico per loro. A bordo è chiaro che c’è stata una lotta per la sopravvivenza: le persone hanno lottato fisicamente e ci sono i segni di tutto questo. È veramente di una crudeltà spaventosa! E dire che chi organizza questi viaggi fa subire non solo il rischio del mare a queste persone, ma anche la guerra per la sopravvivenza.

D. – Da una parte, la responsabilità di chi organizza questi viaggi, ma, dall’altra, anche la responsabilità di chi dovrebbe accogliere e quindi non innescare situazioni come questa...

R. – Un milione e trecentomila persone sono fuggite dalla Libia verso i Paesi confinanti. In Italia, via mare, sono arrivate 23 mila persone, quindi un numero assolutamente esiguo. Certo, sarebbe auspicabile che queste persone non dovessero rischiare la vita in mare. Una soluzione migliore sarebbe quella di consentire un trasferimento legale attraverso delle quote di reinsediamento: i Paesi e la comunità internazionale decidono di farsi carico e di prendere ognuno una quota di queste persone che fuggono dal conflitto, prima che debbano rischiare la vita in mare. Ma per fare questo ci vuole la volontà politica degli Stati e questa volontà politica non sembra esserci.

D. – Ci spostiamo su un altro fronte, quello delle contestazioni nei centri di accoglienza di Bari e Crotone, contestazioni sfociate, di fatto, in veri e propri atti di violenza da parte dei migranti, che chiedono in realtà tempi certi per quanto riguarda il loro futuro...

R. – Condanniamo ogni forma di protesta violenta. È chiaro che si può non essere d’accordo, si può avere malcontento: le proteste sono legittime fintanto che non diventano violente. Detto questo – e ci sono dei tempi di attesa per la domanda di asilo – va anche detto che le persone che provengono dalla Libia fanno tutte domanda d’asilo, ma molte di queste persone stavano in Libia per lavorare, non hanno persecuzione nel Paese di origine. Quindi, la Commissione sta anche dando dei dinieghi e rischiano di diventare irregolari. Noi tra le possibilità stiamo suggerendo quella di fare un rimpatrio volontario assistito, cioè offrire a queste persone la possibilità di ritornare a casa, attraverso un volo e attraverso degli incentivi. Si dirà che questo costa, ma sempre meno che offrire un’assistenza per mesi in Italia. (ap)








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