2011-08-01 15:19:09

La Chiesa celebra la memoria di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori


Oggi la Chiesa celebra la memoria di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, insigne teologo moralista nato a Napoli il 27 settembre del 1696. Alfonso, dottore della Chiesa e copatrono di Napoli, esortava a parlare familiarmente con Dio, con confidenza ed amore. Rivolgetevi al Signore – diceva - “come ad un vostro amico, il più caro che avete e che più vi ama”. “Non vi è portiere – ripeteva - per chi desidera parlargli”. Sulla figura di questo Santo, al centro della catechesi di Benedetto XVI nell’udienza generale dello scorso 30 marzo, ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

(musica)

Alfonso apparteneva ad una nobile e ricca famiglia napoletana e a soli 16 anni conseguì la laurea in diritto civile e canonico. Era l’avvocato più brillante del foro di Napoli ma indignato per la corruzione e l’ingiustizia che viziavano l’ambiente forense, abbandonò la sua professione comprendendo che era un’altra la sua vocazione. Decise di diventare sacerdote, acquisì una vasta cultura teologica e nella Napoli del 1700 iniziò un’azione di evangelizzazione tra gli strati più umili della società. “Il paradiso di Dio – diceva Sant’Anfolso - è il cuore dell’uomo”. E la sua opera tra gli uomini, ha ricordato Benedetto XVI, è stata ricca di frutti:

“Non poche di queste persone, povere e modeste, a cui egli si rivolgeva, molto spesso erano dedite ai vizi e compivano azioni criminali. Con pazienza insegnava loro a pregare, incoraggiandole a migliorare il loro modo di vivere. Alfonso ottenne ottimi risultati: nei quartieri più miseri della città si moltiplicavano gruppi di persone che, alla sera, si riunivano nelle case private e nelle botteghe, per pregare e per meditare la Parola di Dio, sotto la guida di alcuni catechisti formati da Alfonso e da altri sacerdoti, che visitavano regolarmente questi gruppi di fedeli”. (Udienza generale, 30 marzo 2011)

Ai pastori d’anime e ai confessori, Sant’Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo “un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana”. Non si stancava mai di ripetere che i sacerdoti sono “un segno visibile dell’infinita misericordia di Dio, che perdona e illumina la mente e il cuore del peccatore affinché si converta e cambi vita”. Il suo insegnamento, ha sottolineato Benedetto XVI, è di grande attualità anche “nella nostra epoca, in cui vi sono chiari segni di smarrimento della coscienza morale”.

“Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è un esempio di pastore zelante, che ha conquistato le anime predicando il Vangelo e amministrando i Sacramenti, unito ad un modo di agire improntato a una soave e mite bontà, che nasceva dall’intenso rapporto con Dio, che è la Bontà infinita. Ha avuto una visione realisticamente ottimista delle risorse di bene che il Signore dona ad ogni uomo e ha dato importanza agli affetti e ai sentimenti del cuore, oltre che alla mente, per poter amare Dio e il prossimo”. (Udienza generale, 30 marzo 2011)

La sua vita è stata scandita dalla preghiera, dall’Adorazione eucaristica e dalla devozione mariana. “Chi prega si salva” e tutta la nostra salvezza, diceva, sta nel pregare. Alfonso è morto il primo agosto del 1787 e alla sua morte Papa Pio VI esclamò: “Era un Santo!”. E aveva ragione: Alfonso è stato canonizzato nel 1839 e nel 1871 è stato dichiarato dottore della Chiesa. Le sue opere di teologia sono numerose e moltissimi sono gli scritti destinati alla formazione religiosa del popolo. Sant’Alfonso ha contribuito a plasmare la spiritualità popolare degli ultimi due secoli ed è stato anche l’autore delle parole e della musica di uno dei canti natalizi più popolari, “Tu scendi dalle stelle”.

(Parte finale del Canto "Tu scendi dalle stelle")







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