2011-08-01 15:43:14

Algeria: 15 anni fa il sacrificio di mons. Claverie, ucciso in un attentato con il suo autista musulmano


Quindici anni fa, il primo agosto del 1996, veniva ucciso in Algeria mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano, domenicano, vittima a 58 anni - insieme al suo autista musulmano - di un attentato mentre rientrava in auto, alla sera, nella sua residenza. La tragica morte del presule avveniva 70 giorni dopo quella di sette Frati trappisti, rapiti nella comunità di Tibhirine, vicino Medea, ed uccisi dopo inutili trattative il 21 maggio. Diciannove le vittime cattoliche del terrorismo in Algeria tra il ’94 e il ’96, sulle quali è stato aperto il processo di Beatificazione. Roberta Gisotti ha intervistato fra Bernardino Prella, predicatore domenicano, socio del Maestro dell’Ordine per l’Italia e la penisola Iberica.RealAudioMP3

D. - Fra Prella, in tempi di nuove rivolte e subbugli nei Paesi del nord Africa, quali pensieri richiama il sacrificio di mons. Pierre Claverie, che sappiamo non aveva voluto lasciare il suo Paese in quegli anni sofferti di guerra civile?

R. – Ringrazio di darmi l’occasione di ripensare, anche proprio personalmente, a questo anniversario di gioia, in qualche modo, di prospettiva di vita, perché mi sembra che in qualsiasi momento - che si ripete costantemente nella storia - di grandi tensioni, di grandi fatiche, la testimonianza - con una presenza che rimane a fianco di chi soffre e anche nei luoghi di maggior tensione, per testimoniare la fedeltà che Dio ci ha manifestato in Cristo Gesù, in un mondo segnato dal peccato - sia qualche cosa che è importante e permanente nella vita della Chiesa. Proprio attraverso la nostra fedeltà alla missione che abbiamo ricevuto - quella che ci è stata affidata nel luogo in cui ci troviamo senza pensare luoghi migliori (come già Paolo diceva: 'se vuoi un mondo senza peccato, vai a cercarlo, ma questo mondo è questo …' ) - i rapporti umani si possono costruire, e si costruiscono, a volte con fatica, alla luce - come mi è sembrato nella vita di fra Pierre - di questo avere una speranza ben precisa. E’ una fedeltà che si basa su quel dono di salvezza che Dio offre ad ogni persona perché diventi una persona di buona volontà, che con la sua buona volontà diffonda il bene con le sue opere buone. E’ proprio in forza di questa speranza che fra Pierre ha alimentato sempre nel suo cuore un desiderio di salvezza per tutti e si è adoperato proprio per darne testimonianza ai diversi livelli: sociali, culturali ed ecclesiali. E quando le circostanze hanno richiesto un modo radicale, lui è stato fedele fino alla fine perché il desiderio di speranza per tutti lo ha mantenuto in questa sua testimonianza.

D. – Fra Prella, sappiamo che mons. Claverie, noto per i suoi sentimenti di amicizia con tante persone di credo musulmano, aveva apertamente attaccato i movimenti terroristici, accusandoli di mistificare la realtà cercando di far passare per guerra religiosa una lotta politica. “Non si può difendere una causa giusta con mezzi sporchi”, aveva scritto pochi mesi prima della morte …

R. – Non dobbiamo sorprenderci: Gesù stesso, nella parabola della zizzania e del buon grano, ce lo aveva detto. Ci vuole pazienza e permettere che crescano insieme, sia il grano sia la zizzania. Ma questo non vuol dire non saper distinguere la zizzania dal grano! Un conto è una indicazione ed un impegno per la crescita del grano, un conto quella denuncia violenta oppure quel desiderio di strappare a tutti i costi, in qualsiasi modo, il male che può provocare dei mali peggiori, perché si diventa moltiplicatori del male piuttosto che propugnatori del bene. E allora c'è stata una presa di posizione, ma la presa di posizione più profonda è stata proprio la testimonianza della vicinanza, di evitare gli equivoci, di sottolineare quanto c’era di bene da rafforzare. E mi sembra che Pierre Claverie abbia fatto proprio questo: è rimasto per sottolineare che c’era una possibilità di bene, per questo si è speso totalmente. (gf)







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