La Confartigianato sulla crisi: ridurre gli sprechi, i cattolici in campo per una
nuova classe dirigente
Il Pd chiede a Berlusconi di riferire in Parlamento sulla crisi economica prima della
pausa estiva. Una richiesta condivisa anche da Futuro e Libertà. Confindustria oggi
ha fatto sapere che nel 2010 c’è stata una diminuzione dei dipendenti delle aziende
associate dell'1,1%. Nel 2011 comunque si vede qualche segnale di ripresa. Ma quali
riforme possono essere concretamente realizzate? Alessandro Guarasci lo ha chiesto
al presidente della Confartigianato, Giorgio Guerrini:
R. – Ridurre
gli sprechi e i costi, e poi soprattutto un’azione di sfoltimento normativo e burocratico
che opprime le imprese e che riduce notevolmente la capacità di crescita del Paese.
Sono, a volte, riforme a costo zero che però hanno bisogno di essere messe in campo
da subito, altrimenti le difficoltà che la finanza sta procurando all’economia reale
in un Paese debole come il nostro potranno avere ripercussioni ancora più difficili.
D. – Secondo lei, si è intervenuto troppo sul fronte delle famiglie e delle
imprese? Recentemente, per esempio, sono state tagliate alcune agevolazioni e sono
aumentare le tariffe, mentre si è intervenuto troppo poco sul fronte degli sprechi
della politica?
R. – Se noi andiamo a guardare le utenze e le tariffe da servizi
di aziende spesso municipalizzate, sono aumentate a volte del doppio, del triplo della
media europea. Allora, noi diciamo che senza liberalizzazioni vere, cioè aziende che
svolgano servizi che si confrontino con il mercato, noi avremo sempre un parafulmine
che scarica queste inefficienze sugli utenti.
D. – Da qualche tempo, si parla
sempre più spesso di un rinnovato impegno dei cattolici nella società. In sostanza,
come pensate vi possiate organizzare, e cosa pensate possiate dare in più rispetto
ad altri soggetti?
R. – Noi abbiamo incominciato, da alcuni anni, un raccordo
molto stretto che ha trovato un ambito di espressione nel Forum delle Associazioni
di ispirazione cattolica che fanno riferimento alla dottrina sociale della Chiesa.
Sono associazioni che raggruppano milioni di persone che hanno incominciato una riflessione
su come regole sbagliate, soprattutto meccanismi elettorali, abbiano allontanato sempre
di più i cittadini, la partecipazione diretta dalla politica. E abbiamo incominciato
un percorso che non vuole portare alla costituzione di un partito, della nuova Democrazia
Cristiana, ma che vuol far crescere una classe dirigente nuova per poter proporre
a questo Paese una politica fatta di valori veri e praticati, e non lo scempio a cui
assistono, purtroppo, ogni giorno i cittadini italiani.
D. – Finché un giovane
su due al sud sarà senza lavoro, la ripresa sarà molto lontana …
R. – Dovrebbe
essere la priorità del Paese, questa! Soprattutto ricollegando un sistema formativo
che da troppo tempo si è allontanato dal mondo del lavoro e dalle richieste del mercato,
altrimenti noi non solo non daremo prospettive ai nostri giovani ma avremo sicuramente
un futuro molto più complicato di quello di oggi. (gf)