Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 18.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il Vangelo della
moltiplicazione dei pani. La grande folla che segue Gesù nel deserto per ascoltarlo
non ha più cibo ed è spossata. Il Signore ne sente compassione. I discepoli gli consigliano
di congedare la gente perché vada nei villaggi a procurarsi il cibo. Ma il Maestro
dice:
«Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare».
Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Sono molti
i messaggi che possiamo rilevare dalla narrazione del miracolo della moltiplicazione
dei pani, basta far caso ad alcune sottolineature. C’è una folla che lo segue per
giornate intere, cercando dalla sua parola coraggio e speranza: sono tanto presi che
trascurano anche di mangiare. Ci sono i discepoli, che con senso pratico suggeriscono
di mandare la gente a comprare qualche cosa: è la logica del mercato e dell’ognuno
per conto proprio. E poi c’è la compassione di Gesù: che non accetta la logica della
dispersione, ma sollecita alla condivisione, a farsi carico della fame, mettendo in
gioco le risorse disponibili. Risorse minime, certo, ma che la solidarietà renderà
preziose e diventano abbondanti se passano per le mani del Signore. E di fatto su
quei cinque pani e i due pesci scende la benedizione di Gesù e diventano cibo che
sazia cinquemila uomini e forse altrettanti fra donne e bambini. Una sorpresa per
tutti, ma anche un cammino di conversione per i discepoli: dalla paura di trovarsi
a disagio alla compassione impegnata; dalla logica del mercato a quella della solidarietà;
dallo scetticismo alla collaborazione attenta a distribuire a tutti e poi anche a
raccogliere quanto avanzava. Cosa possiamo fare noi stessi perché ci sia un pane per
tutti?