Presentata a Roma la 68.ma Mostra del Cinema di Venezia
Un record per la 68.ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal
31 agosto al 10 settembre, presentata ufficialmente a Roma: per la prima volta nella
sua storia tutti i lungometraggi nelle sezioni ufficiali - Concorso, Fuori Concorso
e Orizzonti - sono in prima mondiale. L’apertura è affidata a George Clooney, regista
dell’atteso “Le idi di marzo”, una storia di corruzione politica ambientata in un
prossimo futuro. Il servizio di Luca Pellegrini:
Forse è anche
una fortunata coincidenza avere così tanti titoli importanti e tutti in prima mondiale,
alcuni di autori noti e attesi, altri quasi sconosciuti, ma che potrebbero diventare
scoperte indimenticabili, perché anche a questo serve una Mostra di cinema. Ci sono
certo notizie per invogliare i giovani ad affrontare spese e fatiche del Lido: a cominciare
dalla popstar "Madonna", fuori concorso, che racconta la tormentata storia d'amore
di Wallis Simpson, oppure un autore di fumetti come Gian Alfonso Pacinotti (Gipi),
che rischia per la prima volta col cinema, addirittura in concorso, affrontando ne
"L'ultimo terrestre" una storia singolare di alieni, che scendono sulla terra ma sono
snobbati dai terrestri in crisi. E ancora dai fumetti arriva la squisita regista iraniana
Marjane Satrapi con “Poulet aux Prunes”, ambientato nel 1958 a Teheran, e tanti gli
italiani, come Comenicini e Crialese, anche loro in concorso, oppure riuniti nella
sezione Controcampo ove, con grande libertà, affrontano temi di forte impatto sociale
e politico. Insomma, non di sole star è fatta la Mostra, ma queste ci vogliono. E
sono soprattutto americane, con un vistoso ritorno - e un sospiro di sollievo - da
parte del direttore Marco Müller:
“Non c’è dubbio
che, quando parliamo del cinema che arriva alla Mostra dagli Stati Uniti, non stiamo
parlando dei film "mainstream" che usciranno il giorno dopo in tutte le sale del vostro
quartiere. Basta pensare al film di apertura, il film di George Clooney. E’ un film
tagliente, che parla dell’oggi con spirito critico. Quando andrete a vedere gli altri
film, ci sarà Ami Canaan Mann, la figlia di Michael Mann, ci sarà il ritorno di Abel
Ferrara con addirittura un film sulla fine del mondo. Quando Al Pacino riesce a realizzare
il suo cinema saggistico, a questo punto si tratta di un cinema americano che è molto
diverso da quel ‘corpo’ del cinema americano che frequentiamo. E’ un cinema americano
che ha bisogno della Mostra”.
Tre territori fanno da contrappeso: Egitto
e Siria e le loro tribolazioni politiche con tre documentari e una curiosità, il primo
film in assoluto prodotto dalle Samoa, diretto e interpretato dagli isolani. Ma ci
sono molte altre nicchie e tutte "di tendenza", che intersecano le sezioni e confermano
la personalità degli autori, di ieri e di oggi: ecco allora il caro, vecchio Ermanno
Olmi, ottantenne, che se ne va fuori concorso con "Il villaggio di cartone", la storia
di un sacerdote, e i veterani Maselli-Lizzani-Gregoretti-Russo a fargli ottima compagnia
con Scossa, un viaggio della memoria, per ricordare la tragedia del terremoto di Messina
e Reggio, centotre anni fa. Infine, non cercate temi quest'anno alla Mostra, ma solo
film, suggerisce Müller: "Abbiamo scelto soltanto quelli per far sognare e pensare.
E, naturalmente, quelli belli". Dal 31 agosto il pubblico giudicherà.