India: l'attivista cristiano trovato ucciso, testimone delle violenze anticristiane
in Orissa
Ucciso per aver testimoniato le violenze di un pogrom anticristiano. Questa la ragione
che è costata la vita a Michael Digal, leader e attivista cristiano dello Stato indiano
di Orissa, trovato morto mercoledì scorso dopo tre giorni di ricerche. Riferisce l'agenzia
AsiaNews che Digal aveva fornito la sua testimonianza in tribunale in un caso di violenza
avvenuto durante i pogrom anticristiani del 2008 nel distretto di Kandhamal, accuse
che avevano portato all’arresto una persona. Dopo aver scontato la pena ed essere
uscito di prigione, il condannato aveva stretto amicizia con Digal, guadagnandosi
la sua fiducia. Secondo gli inquirenti, la mattina di tre giorni fa il presunto "amico”,
avrebbe invitato Digal a fare una gita in bicicletta e, dopo aver raggiunto una foresta,
lo avrebbe accoltellato lontano da occhi indiscreti. “Michael Digal è stato testimone
delle violenze interreligiose commesse contro i cristiani e ha dato la sua testimonianza
in tribunale. Per questo è’ stato assassinato brutalmente da un radicale indù”, ha
affermato Sajan K George, presidente del Global Council of India Christians, che ha
poi chiesto al presidente dell’Alta corte di giustizia dell’Orissa di intervenire
presso il governo dell’Orissa per estendere ai cristiani che hanno testimoniato nei
casi di violenza interreligiosa in Kandhamal la protezione concessa ai testimoni.
Durante i pogrom di Kandhamal del 2008 furono uccise 38 persone e più di 25mila cristiani
tribali furono obbligati ad abbandonare le loro abitazioni (M.R.)