Corno d’Africa: il volontariato internazionale si unisce per far fronte alla crisi
umanitaria
Cresce la solidarietà per le popolazioni duramente colpite dalla siccità che sta devastando
il Corno d’Africa. Caritas Kenya, ad esempio, sta lavorando nel nord del Paese, distribuendo
cibo e acqua nel campo profughi di Dadaab. “E’ una situazione abbastanza preoccupante”,
ha affermato al Sir il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e presidente della
conferenza episcopale del Kenya, “perché dai Paesi vicini stanno arrivando molti profughi.
Per noi non è del tutto facile sostenerli. Accoglierli è per noi una sfida che ci
richiama alla responsabilità, al dovere di aiutarli e salvaguardarli non solo da un
punto di vista politico ma umano. E’ una responsabilità di tutto il popolo”, sostiene
il porporato, che aggiunge: “come Chiesa, tramite la Caritas, abbiamo lanciato una
raccolta fondi. Nel frattempo la Croce Rossa e le parrocchie vicine al campo stanno
cercando di fare il possibile per dare alimenti e beni di prima necessità”. Il Vis,
il servizio di volontariato internazionale delle opere salesiane, agisce invece in
Somalia, dove è attivo dal 1998, impegnato soprattutto in opere idrico-sanitarie.
“L'intervento nell'emergenza”, spiega all'agenzia Sir Gloria Paolucci, coordinatrice
dei progetti Vis in Etiopia, “mira a contribuire all'immediato miglioramento delle
condizioni fisiche, igienico-sanitarie e umane della popolazione della parte orientale
dell'Etiopia al confine con la Somalia, colpita da siccità, carestia, e in fuga dalla
guerra. Si tratta di un'area di confine dove gli equilibri sono molto delicati, una
terra di approdo di migliaia di rifugiati somali in fuga dalla carestia e siccità”.
In Italia si è attivata “Agire”, l'agenzia italiana di risposta alle emergenze, che
da stasera e fino al 12 agosto, ha attivato un numero di sms solidale. Inviando un
messaggio al 45500, si potrà contribuire, al costo di 2 euro, al sostegno dei programmi
umanitari di Agire, attivi in Somalia, Kenya e Etiopia, che coinvolgono con oltre
1.200 operatori umanitari che garantiscono sicurezza alimentare, assicurano forniture
di acqua potabile e supportano i sistemi sanitari locali nel fare fronte alle conseguenze
più acute della crisi. “La situazione ha ormai largamente superato il livello d’allerta”,
ha affermato in un comunicato Marco Bertotto, direttore di Agire, “in alcune regioni
della Somalia è già stato dichiarato lo stato di carestia. Se non si mette in atto
un’azione decisa e immediata per portare aiuti, migliaia di vite peseranno sulla nostra
coscienza”. Al fine di promuovere l’iniziativa, da stasera alle 22 fino alla notte
del 31 luglio, il numero 45500 verrà proiettato su tre storici monumenti italiani:
la Mole Antonelliana a Torino, Palazzo Marino a Milano e il Colosseo a Roma. (A
cura di Michele Raviart)