2011-07-28 14:35:53

Tagliato il rating di Grecia e Cipro, aumenta la disoccupazione in Francia


In Europa è sempre alta l’attenzione sulla crisi economica: i rating di Grecia e Cipro sono stati ulteriormente abbassati. E, dopo Irlanda, Portogallo e Grecia, ora anche Cipro potrebbe dover usufruire del piano di salvataggio di Bruxelles. Situazione difficile anche per le economie portanti del Continente. Il Fondo Monetario esorta la Francia a diminuire il deficit, mentre per Parigi cresce in modo preoccupante il tasso della disoccupazione. C’è dunque da temere un effetto domino nell’Unione Europea? Giancarlo La Vella lo ha chiesto all’economista Francesco Carlà:RealAudioMP3

R. – Un po’ più di un anno fa dicevo che è molto difficile isolare questi fenomeni una volta che cominciano, e parlavamo della Grecia, poi abbiamo visto come è andata. Adesso Cipro in termini di prodotto interno lordo di Eurolandia non ha una grande importanza, però è la conferma che siamo un po’ in una tenaglia composta da una parte dalle agenzie di rating, dai mercati, e dall’altra dai nostri disequilibri europei economici e finanziari dei vari Paesi.

D. – Perché il declassamento del rating della Grecia proprio in questo momento in cui Atene sta usufruendo del cospicuo aiuto deciso da Bruxelles?

R. – Dopo la vicenda di Lehman Brothers del 2008 dove le agenzie di rating furono colte completamente impreparate - Lehman Brothers aveva ancora la tripla A pochi giorni prima di fallire -, sono diventate molto zelanti e quindi adesso ogni volta che c’è una situazione per cui ritengono di dover intervenire lo fanno senza starsi troppo a curare di problematiche politiche o di altro genere.

D. - Alcuni osservatori denunciano il fatto che per un’Europa economicamente veramente unita queste crisi sarebbero ben poca cosa, ecco perché si è scelta invece la soluzione dell’aiuto e non quella di rispondere tutti insieme alle situazioni di emergenza…

R. - Potrei rispondere con una parola sola: elettorato. Nel senso che ogni Paese è alle prese con le proprie problematiche di consenso. La politica in questo momento non si rende conto che la variabile tempo quando si ha a che fare con una crisi finanziaria come quella attuale è decisiva.

D. – Dopo l’Italia sta nascendo un certo allarme anche per la Francia. Che cosa potrebbe succedere in caso di grosse difficoltà delle economie forti dell’Unione?

R. – Intanto la cosa di cui si comincia a prendere coscienza è che non esiste una nazione che si possa salvare in un contesto in cui tutte le altre cadono perché l’economia mondiale e anche la finanza mondiale ormai sono correlate. E’ chiaro che la Francia non è immune da tutto ciò perché anche se ha un debito pubblico inferiore a quello italiano ha per esempio un disavanzo peggiore del nostro negli ultimi 12-24 mesi e da un punto di vista economico dimostra anche lei di avere i suoi problemi perché anche la Francia è piena di problematiche legate all’invecchiamento della popolazione alla quantità di persone che dovranno andare in pensione da qui a 10 anni, ovvero problemi simili e soluzioni molto difficili. (bf)







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