Stati Uniti: conto alla rovescia per un accordo in extremis sul debito
Ieri nuova giornata di stallo nel negoziato sull'innalzamento del tetto del debito
Usa. Ed oggi il piano del presidente repubblicano della Camera, John Boehner, passerà
al vaglio del Congresso. Anche se il presidente Obama ha già avvertito che userà il
suo potere di veto sul disegno di legge. Intanto gli americani hanno risposto all’appello
della Casa Bianca, intasando i centralini del Congresso per chiedere ai rappresentanti
di giungere ad un compromesso. Ma quali sono le principali preoccupazioni dei cittadini
statunitensi di fronte a questa situazione economica? Stefano Leszczynski lo
ha chiesto a Dennis Redmont, esperto di questioni americane:
R. – Per
l’americano medio - e su questo io personalmente penso che si giocherà l’elezione
del 2012 - è l’impiego. Se si guarda il tasso di disoccupazione in America a giugno
è del 9,2 per cento: di solito in America si dice che ci vuole un tasso del 5 o 6
per cento per stare bene. Perciò il vero problema in America è l’alta disoccupazione.
D.
- Nel sistema americano quando ci si trova di fronte a una così forte contrapposizione
a un certo punto il presidente può forzare il sistema?
R. – Il presidente
ha il famoso diritto di veto e perciò ci sono due soluzioni, quella dei repubblicani
contrapposta a quella dei democratici. Se quella dei repubblicani arriva al suo tavolo
lui potrebbe porre il veto e a questo punto il governo potrebbe decidere per esempio
di non pagare i salari per adesso, o non assolvere alcuni impegni che ha il governo.
Questo tipo di confronto non è senza precedenti, però per la prima volta gli americani
si rendono conto che il dollaro è debole.
D. - Cosa potrebbe accadere
all’interno degli Stati Uniti se non si arrivasse a una soluzione entro il 2 agosto?
R.
– Molta gente potrebbe dire: io non mi fido dei buoni del tesoro perciò li riscuoto.
Oppure potrebbe esserci un modo selettivo di tagliare certe spese: lavori non essenziali,
etc. Alla fine si arriverà a un compromesso ma il problema è: il compromesso sarà
temporaneo, fino al 2012, o una cosa che duri 10 anni?
D. – Quindi in
sostanza possiamo dire: nessuno lascerà che l’America vada a fondo da un punto di
vista economico ma i conti su tutta questa situazione verranno fatti alle prossime
presidenziali?