Costa d'Avorio: per Amnesty il clima di paura impedisce il rientro dei profughi
Amnesty International ha accolto con favore il rinnovo fino al 31 luglio 2012 del
mandato alla missione Onu in Costa d’Avorio (Unoci) per la protezione dei civili approvato
ieri dal Consiglio di sicurezza, ma avverte che nel Paese subsahariano “c’è un clima
di paura che impedisce il rientro di oltre mezzo milione di profughi”. Nel rapporto
diffuso oggi, “We want to go home, but we can’t”, l’organizzazione umanitaria denuncia
che forze di sicurezza governative e milizie formate dai Dozos (cacciatori) “continuano
ad uccidere la gente in base alla loro etnia, anche dopo l’arrivo al potere” del nuovo
presidente Alassane Ouattara, “impedendo così alla popolazione di lasciare la relativa
sicurezza dei campi temporanei”. Amnesty - riporta l'agenzia Sir - chiede a Ouattara
“la smobilitazione e il disarmo effettivi delle milizie e delle altre forze irregolari”,
e “un piano globale di azione per garantire la sicurezza e consentire il ritorno degli
sfollati e dei rifugiati”. Solo lo scorso aprile si è conclusa nel Paese la violenta
lotta per il potere tra l’attuale capo dello Stato Ouattara e l’ex presidente Laurent
Gbagbo, con l’arresto di quest’ultimo. Secondo Gaëtan Mootoo, ricercatore di Amnesty
International per l’Africa, “bisogna agire tempestivamente” altrimenti si rischia
di “minare gli sforzi per promuovere la riconciliazione in un Paese lacerato da un
decennio di violenti conflitti etnici”. (R.P.)