2011-07-28 15:33:56

Apre ad Ancona la 15.ma filiale della Banca Popolare Etica


In controtendenza al segnale negativo dei mercati internazionali che flettono sull’onda della crisi economica, la Banca Popolare Etica ha aperto oggi ad Ancona una nuova filiale, la quindicesima in Italia. Nata nel 1994, Banca Etica è la prima istituzione concepita dalle organizzazioni del Terzo Settore, del volontariato e della cooperazione internazionale. Massimiliano Menichetti ha intervistato il direttore generale, Mario Crosta.RealAudioMP3

R. - Nonostante l'ormai prolungato periodo di crisi che sta caratterizzando i mercati economico-finanziari, la finanza etica - in Italia e non solo - continua ad acquisire spazi. Questo è il segnale che una finanza che sia attenta all’economia ed un’economia che sia a favore di uno sviluppo sostenibile nel tempo trovano spazio, anche relativamente a prodotti finanziari e ad una buona accoglienza da parte del pubblico.

D. - Dire questo significa affermare che è possibile costruire un’economia di credito differente rispetto a quella comunemente nota. Ma quali sono, in concreto, le differenze tra una banca tradizionale e la vostra struttura?

R. - Banca Etica non si è mai occupata di finanza speculativa, non abbiamo mai avuto rapporti al portatore, non abbiamo accolto i capitali che arrivavano dalle operazioni dello scudo fiscale. L’elemento fondamentale di natura operativa, per quanto ci riguarda, è la trasparenza. La persona che porta i propri risparmi in Banca Etica ha la possibilità, accedendo al sito, di vedere come i propri risparmi vengono utilizzati.

D. - Quali sono, dunque, i settori d’investimento del risparmio?

R. - Sono i settori della cooperazione sociale, la cooperazione internazionale, l’associazionismo culturale, il mondo che si occupa del rispetto ambientale. Abbiamo finanziato molto le energie prodotte da fonti rinnovabili.

D. - Dalle pagine web del vostro sito si evince che accompagnate la classica istruttoria economico-finanziaria ad un’istruttoria sociale. Perché?

R. - Per vedere la ricaduta sul territorio degli investimenti di cui ci viene richiesto il finanziamento. Questo è sicuramente un elemento che aiuta lo sviluppo dell’economia civile ma rende anche sostenibile un’esperienza come Banca Etica. Voglio citare un dato: abbiamo un tasso di sofferenza - quindi un tasso di decadimento del credito - dello 0,4 per cento, che è ampiamente sotto la media del mercato. Questo è l’evidente segnale che si possono sostenere progetti ad alto contenuto sociale riuscendo anche a fare impresa che produce reddito.

D. - Qual è la prossima sfida di Banca Etica?

R. - Allargare ulteriormente la presenza sul territorio. Stiamo percorrendo ulteriori frontiere, che non si limitano più ai settori tradizionali della cooperazione sociale ma siamo attenti a finanziare tutto il mondo dell’impresa che si muove seguendo i principi della responsabilità sociale d’impresa. Credo che questa sia una sfida, perché collegata ad essa c’è la ricerca di crescita di un’economia che sia ispirata a dei valori. (vv)







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